SPOLETO – Uno dei gioielli architettonici, artistici e storici di Spoleto e’ senza dubbio la chiesa di San Pietro del XII e XIII secolo fuori dal centro urbano, sulla collina all’inizio della strada per il Monteluco. Una ricchezza, per l’intera Umbria. Una testimonianza in tutto il mondo della scuola scultorea spoletina di epoca romanica.
Fu edificata agli inizi del V secolo d.C. dal Vescovo Achilleo e successivamente ricostruita, quando si stava edificando il Duomo. Subi un incendio e danni gravi alla fine del XIV secolo a causa di lotte tra fazioni. Il restauro iniziò nel 1329 e terminò alla fine del XV secolo. Subi un rifacimento interno, lasciando intatta la facciata. I lavori durarono fino al 1699. Il muro dell’ingresso della vecchia canonica, e’ formato da antichi materiali, mentre, altro materiale, sia di eta’ romana che altomedievale e romanico si può scorgere nel chiostro della canonica. Qui era presente una necropoli in uso dal periodo pre romano fino ai primi tempi cristiani. Fin dal 419, periodo della sua edificazione, l’edificio fu scelto dai Vescovi spoletini come ultima dimora. Molti sarcofagi furono ritrovati nei secoli XVI e XVII. Ma la parte più interessante dell’ edificio e’ senza dubbio la facciata, divisa da spesse cornici, dove sono situati bassorilievi con figure e fregi di grande pregio.
Cerchiamo di descriverne alcuni. Dall’alto troviamo i rilievi di San Pietro, San Andrea, sotto due tori, simboli di vita e di sacrificio come Cristo. Tre rosoni: in quello centrale decorazioni con mosaico cosmatesco e bassorilievi recanti i simboli degli Evangelisti negli angoli. Tre portali, con ai lati scolpiti animali in pietra. Ai lati del portale centrale con leoni, due serie di bassorilievi. Figurano: la morte del giusto; San Pietro che libera il giusto dalle catene; la bilancia che pesa la sua anima che pende dalla parte di San Michele Arcangelo, ma un demonio che mostra un cartiglio con su scritto “mi affliggo perché prima era mio”, tenta derubare sul peso abbassando la bilancia dalla sua parte e viene punito da San Pietro con un colpo di chiave. Altro Altorilievo e’ la morte del peccatore: nella scena due diavoli torturano il corpo del peccatore incatenato che viene gettato dentro un pentolone, mentre, San Michele Arcangelo si allontana. La bilancia pende dalla parte dei diavoli. Segue la scena del leone e del taglialegna: una allusione all’ astuzia dell’ uomo nel liberarsi dall’ influenza del demonio. Altra scena leone e l’uomo genuflesso: il leone simboleggia l’Onnipotente misericordioso con l’uomo supplichevole. Altra scena il leone e il soldato: la forza divina si abbatte sull’uomo peccatore attaccato ai beni mondani simboleggiato dal soldato. Cristo lava i piedi a San Pietro e San Andrea. Segue vocazione dei Santi Pietro e Andrea. Singolare l’ Altorilievo raffigurante la volpe finta morta e i corvi: qui viene illustrato la volpe, simbolo demoniaco e i corvi rappresentano le anime attratte dai beni materiali. Segue il lupo studente e il montone. Il leone e il drago: Cristo che sconfigge il male. I rilievi sopra citati, come ci trasmettono i critici, appartengono alla fine del XII secolo ai primi anni del XIII eseguiti da un unico gruppo di scultore tra cui, il più apprezzabile, per stile e plasticita’ e’ quello che ha realizzato il rilievo raffigurante “la morte del giusto”. Ma altre sculture abbelliscono la facciata, disposte attorno ai portali, come un San Michele Arcangelo che sconfigge il drago e l’effige di un Vescovo, mentre due arieti affiancano le porte.
La chiesa come detto, al suo interno fu rimaneggiata nel XVII secolo. E’ a tre navate absidate. Interessandi gli affreschi e tele sugli altari come, una Madonna e Santi del 1597; Ultima Cena. Nel transetto di sinistra una Annunciazione con i Santi Eleuterio e Pietro trittico di Bartolomeo da Miranda del XV secolo. Nel transetto di destra un Crocifisso ligneo fine XV secolo.
Nella navata di destra spicca una Adorazione dei Magi, eseguito da un pittore umbro della seconda metà del XVI secolo; una tela raffigurante la predica di San Paolo e’ del XVII secolo. Insomma, un vero gioiello di arte antica di tutti i tempi, dove si possono ammirare, tramite altorilevi di pregio, il cammino che l’uomo deve compiere per liberarsi dal peccato e giungere alla Redenzione.