FERENTILLO – Ci sono preziosi dipinti, alcuni dei quali dimenticati un po’ da tutti, ma non da coloro che conoscono, tramite la ricerca, le peculiarità storico artistiche di questo paese della Valnerina ternana, ricco di numerosi luoghi di culto. Basti pensare che ci sono, tra il paese e le sue frazioni, circa 19 chiese più o meno ricche di tele e affreschi e suppellettili talune di pregio. Ci siamo occupati spesso di queste opere d’arte di grande ricchezza spirituale, ma se va detto che alcune di esse sono state recuperate o restaurate, altre anche se di minore valore, non possono rimanere nel dimenticatoio. Ancora, in buona sostanza, c’è molto da fare a riguardo, e sta a noi il compito di segnalare e portare a conoscenza alcune di queste emergenze.
Questa volta parliamo del dipinto della Madonna del Carmelo che si trova sulla parete in prossimità dell’ingresso della Chiesa della Misericordia o del Gonfalone (di recente restaurata, ma ancora chiusa) nel borgo di Precetto.
Una tela di forma rettangolare, di modeste dimensioni, raffigura nel registro superiore, la Beata Vergine, incoronata da due angeli in volo, tiene con il braccio sinistro il Bambino Gesù vestito con una tunichetta tra nuvole e teste cherubiche, mentre con il braccio destro porge lo scapolare ai personaggi sottostanti. Nel registro inferiore, disposti a sinistra e destra, in ginocchio, Santi della devozione popolare dell’ordine dei Francescani e Carmelitani; In primo piano, al centro, tra due Santi un angelo che estrae dalle fiamme del purgatorio alcune anime, le quali mostrano, appeso al collo lo scapolare, simbolo della loro salvezza e redenzione. Sul lato sinistro, in basso sotto ai due Santi Carmelitani, un cartiglio dov’è riportato lo Juspatronato della famiglia Raspini di Precetto della seconda metà del XVII secolo di scuola Marattesca. È doveroso tracciare una sintesi di questo artista marchigiano che ebbe la sua fortuna non solo nella capitale. Carlo Maratta o Maratti nasce a San Germano di Camerano il 15 maggio del 1625 e morirà 15 dicembre del 1713. Fu non solo pittore ma anche restauratore. Maratta fu una figura centrale della pittura romana e italiana della seconda metà del XVII secolo. Impronta la sua produzione artistica sull’ arte del XVI secolo. Nel periodo del neoclassicismo il suo stile fu assai criticato e non ebbe molto successo. Solo in età moderna sarà riscoperto e valorizzato. La pittura romana tra il 600/700 era dominante tra il classicismo e il barocco. Maratta riuscì a convergere le due opposte tendenze iniziando dal classicismo di Raffaello.
A Roma si formò alla bottega di Andrea Sacchi sugli esempi di Giovanni Lanfranco e Guercino, contrapponendo ad Annibale Carracci, Guido Reni e Domenichino. Il dipinto situato alla Misericordia o Gonfalone di Precetto rappresenta uno delle testimonianze più singolari della presenza dei Padri Dottrinari di Roma (dottrina della fede) che qui ebbero un collegio di formazione per laici e religiosi incoraggiati dalla presenza della famiglia Cibo. (Non è da dimenticare che Odoardo Cibo patriarca di Costantinopoli e Conte di Ferentillo, benefico e ampliò la Chiesa). Anche l’ interno di questo edificio religioso, tanto caro ai principi di Umbriano e Precetto che qui ebbero il loro altare, mostra stile barocco non solo per l’architettonico, ma anche con fregi dato dagli stucchi del più chiaro e puro stile barocco. Nell’ insieme, il dipinto del Carmelo, va ad associarsi ad altre opere coeve di altri autori marchigiani, della medesima scuola, che qui hanno lavorato, presenti non solo nella Chiesa di Santo Stefano come il Martirio di Santo Stefano di Giuseppe Rosi e lo Stendardo Processionale di Nicola Amici, ma anche nella Chiesa di Sant’ presso la frazione di Monterivoso tele di Francesco Barla e lo stesso Nicola Amici.