FERENTILLO – Agli abitanti della Frazione di Monterivoso, piacerebbe certo che il ciborio ligneo del 1625 appartenuto alla loro chiesa parrocchiale di Sant’Antonio ritornasse a troneggiare sull’altare maggiore dell’edificio di culto.
Infatti al museo diocesano di Spoleto, alla Sala Barberini , e’ esposto da molti anni, il bellissimo ciborio ligneo intarsiato e policromato di recente restaurato e ritornato al suo originario splendore insieme alla Croce Pinta del XIV secolo (appartenuta alla collegiata di Santa Maria a Matterella). Come detto, opere queste che sono state portate al museo diocesano negli anni 1970/75 per sottrarli ad eventuali furti. Un pezzo pregiatissimo un unicum dell’arte lignea (XVI/XVII) .
Il pezzo tutto intarsiato presenta loggettine e piccole sculture raffiguranti Santi della tradizione popolare e i patroni del castello di Monterivoso ossia Sant’Antonio Abate e Santa Lucia. Sulla porticina è scolpito in rilievo il calice con l’ostia. Colonnine poste su stilobate decorano tutt’attorno il pezzo. La chiesa di Monterivoso è un vero e proprio scrigno di arte, con affreschi cinquecenteschi e preziosi altari con tele del XVII secolo. Di Notevole importanza la pala di altare raffigurante l’Orazione nell’Orto di Francesco Nardini di Sant’Angelo in vado che la realizzo’ nel 1560. Artista che decoro’ gli sportelloni della cappella delle reliquie sempre presso la cattedrale di Spoleto. La chiesa, restituita al culto, vanta un bellissimo organo restaurato e funzionante, oggetto di importanti concerti estivi come la rassegna “Il parco in musica”. Importanti all’interno della chiesa sono le tele del XVII poste sugli altari laterali, di patronato di famiglie del luogo: Mancinelli, Fiorelli, Paletti, Pacetti… Dipinti di artisti di provenienza marchigiana, ma anche e soprattutto, gli affreschi nel presbiterio, emersi dopo i restauri, di scuola manieristica umbra.
Il patrimonio storico artistico di Ferentillo potrebbe dar vita a una vera e propria pinacoteca locale, con dentro tele e suppellettili di sacrestia fino a raggiungere vestiari e parati da cerimonie in preziosi stoffe d’epoca. Un contenitore a disposizione ai tanti turisti che vengono a visitare sia al museo delle Mummie che la abbazia di San Pietro in Valle. Il turismo e i luoghi d’arte, come questo di Monterivoso, con la sua rocca altomedievale, la torre quadrata con bastioni cilindrici, le sue case racchiuse tra le mura, la calorosa accoglienza e sapori della Eleonora Venanzoni che del suo “Castello di poggio” ne ha fatto un punto di riferimento per migliaia di visitatori. Tutto questo, insieme alla raccolta etnografica Casalrivoso, sono risorse principali del territorio in questo versante della vallata, potenziare queste peculiarita’ vuol dire creare sviluppo e ricchezza, risorse essenziali per far continuare a vivere e non morire i piccoli centri