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Carnevale con Bartoccio a Monteleone di Spoleto sfilate in maschera tra le bellezze del centro storico

MONTELEONE DI SPOLETO Domenica 23 febbraio grande festa in maschera in questo borgo medievale dell’alta Umbria perugina, già feudo rinascimentale del marchese Alberico Cybo Malaspina nobile massese che diede gli statuti comunali nel 1562/1565. Dalle ore 15 arriva il Carnevale con Bartoccio, edizione  giunta alla quarta edizione. Si svolgeranno sfilate di maschere e carri allegorici premiazioni delle migliori maschere e premiazioni presso la sala polivalente; un grande rinfresco sarà offerto a tutti con dolci tipici del carnevale.
L’ iniziativa e’ organizzata dalle associazioni locali  in special modo Archeoambiente e l’ Associazione ” le tre del Bartoccio” con il patrocinio e collaborazione del comune. Una giornata da trascorrere in allegria e, da turisti, in quanto anche in questa occasione, Monteleone non mancherà di aprire le porte di musei, chiese e luoghi caratteristici dove la gastronomia e i prodotti tipici, farro, olio, carni, tartufo, rende questa parte dell’Umbria assai appetibile e ricercata.
La giornata sarà caratterizzata da visite del centro storico, anche se, alcune peculiarità sono interdette a causa dei lavori di recupero dei danni del terremoto che ha colpito duramente anche Monteleone di Spoleto. Al corso, la chiesa di San Giovanni, con la sua facciata in pietra,  sede della Confraternita della Buona morte.
Un tempo era annesso un convento agostiniano femminile di Santa Caterina. Fu sede anche dei Padri Giovannini ordine dei Cavalieri di Rodi: singolari stemmi nobiliari in pietra sulla facciata. Qui e’ venerata dalla popolazione, la Madonna della Misericordia. Da visitare il museo archeologico con preziosi reperti e la fedele riproduzione dell’antica Biga ritrovata nella tomba di Colle del Capitano; la chiesa di Santa Caterina e le antiche mura che circondano l’abitato, bastioni, come la singolare Porta altomedievale di accesso al paese. Per immergersi nel  panorama mozzafiato occorre salire sull’acropoli e passare sotto l’arco con l’orologio, ammirare sotto i portici i pesi e misure in pietra, affacciarsi dalle mura e perdersi nel panorama della valle sottostante. Si risale la strada che costeggia la maestosa chiesa di San Francesco.
Un edificio danneggiato più volte dal terremoto. L’ attuale struttura  e’ rinascimentale ma originaria del XII secolo. La chiesa e’ comunque intitolata a Santa Maria, ma e’ ricordata come San Francesco, gia’ dal 1280 per un primo insediamento francescano sviluppata sulle mure Castellaneta con contrafforti di contenimento. Colpita dal terremoto, fu restaurata e consolidata nel XV secolo. Nel 1730 fu di nuovo colpita dal sisma restaurata e tale giunta fino ad oggi. Il vero gioiello di romanico – gotico e’ espresso dalla facciata con il portale abbellito da colonnine, fregi e decorazioni e, nella lunetta, un dipinto raffigurante la Madonna tra i Santi Nicola (patrono) e Francesco. Il suo interno, e’ a due navate, con pilastri in pietra; cappelle laterali con sculture lignee e tele. Prezioso il soffitto ligneo dipinto dal pittore nursino Giuseppe Frigerio 1760 ca. Gli altari laterali, assai singolari, abbelliti da stucchi e marmi con tele e preziosi suppellettili. Alcuni affreschi decorano le pareti laterali risalenti al XIV e XVI secolo, opere danneggiate dal terremoto, di recente recuperate. Interessanti alcuni frammenti, incastonati nella parete, di materiale lapideo che vanno dal periodo romano al medievale.
Singolare il reperto recante la scritta funeraria di Sesto Vettuleno ritrovata alcuni anni fa alla forca di Usigni: SEX VETTULENVS P.F. GRAGVS VETTULENA SEX. VXOR. Nella chiesa inferiore usata come Cripta affreschi con soggetti francescani, una Madonna della Misericordia del XV secolo.

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