Carlo Timio, giornalista, fondatore della Rivista Riflesso e esperto di comunicazione per la gestione delle crisi, offre un suo interessante editoriale ai lettori di Vivo Umbria che ringrazia per il contributo su un argomento di estrema attualità.
L’apporto dell’editoria umbra alle emergenze
di Carlo Timio
L’Umbria è una regione abituata a vivere emergenze di ampia portata, anche a causa del ripetersi periodicamente di eventi sismici che nel corso degli ultimi decenni hanno provocato consistenti ricadute negative sia in termini sociali che economici. L’avvicendarsi di terremoti che si sono ripetuti con cadenza quasi ventennale, dal 1997 fino al 2016 ha causato ingenti danni di immagine per il territorio, determinando anche una forte contrazione dei flussi turistici.
In questi contesti di crisi sistemiche, al netto delle criticità strutturali che ne derivano e delle relative misure per farvi fronte, sicuramente uno degli asset più strategici su cui puntare è la comunicazione. Ma non una comunicazione qualsiasi, bensì una comunicazione specifica e adeguata allo scenario emergenziale che si prospetta.
E oggi più che mai, con l’avvento della feroce pandemia Covid 19 e con l’avvicinarsi dell’inizio della fase 2, occorre improntare un piano di comunicazione mirato in cui emergono una serie di aspetti positivi che stanno contraddistinguendo l’Umbria: il primo è che una delle regioni d’Italia meno colpite dal coronavirus e poi che il territorio è sicuro e che a breve sarà possibile riprendere le attività economiche. Anche il settore del turismo verosimilmente avrà una grande occasione di rilancio se si punta su una tipologia di turismo più di nicchia che faccia perno sui valori portanti della regione: il green, la natura, l’ambiente sostenibile, la spiritualità. L’Umbria va quindi comunicata in un modo nuovo, diverso, esaltandone caratteristiche al passo con i tempi di crisi e puntando su direttrici che sono quelle di maggiore interesse in questo momento di forte criticità.
In questo inedito scenario anche l’editoria può svolgere un ruolo significativo se promuove progetti di particolare attualità. E su questo fronte l’Umbria può vantare un primato: la rivista Riflesso ha pubblicato nel 2018 uno speciale inedito, intitolato “Emergency”, dedicato proprio alla cultura delle emergenze, in cui sono state trattate tematiche che vanno dagli eventi sismici alle epidemie, dagli avvenimenti calamitosi ai disastri ambientali, dall’immigrazione alle disabilità.
La pubblicazione, frutto di una sinergia tra professionisti, accademici e rappresentanti delle istituzioni e della comunità scientifica, e realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Perugia, il Corso di Design presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia e la Basilica di San Francesco di Assisi, ha contribuito in maniera significativa alla diffusione di una cultura legata all’articolato mondo delle emergenze nella loro complessità.
Non a caso tale magazine, unico nel suo genere a livello nazionale, ha ottenuto l’importante riconoscimento Adi Index nel Design della Comunicazione nel sociale e oggi è candidato alla finale del Compasso d’Oro, il premio più antico e prestigioso al mondo che valorizza la qualità del design italiano.
Questo per dire che se l’editoria va nella direzione di riviste di approfondimento tematico, specificatamente su argomenti meno battuti, ma di più ampio interesse, come lo è ora il mondo delle emergenze, può avere una vasta risonanza mediatica, fungendo da vademecum sia per la gestione delle emergenze che come strumento di divulgazione di una cultura della resilienza e della prevenzione.
Un altro elemento cardine da sottolineare è che l’aspetto dell’informazione, in casi di emergenza, deve andare di pari passo con quello della formazione, affinché le popolazioni non si facciano trovare impreparate di fronte a crisi che potrebbero accadere repentinamente, senza alcun tipo di avviso. Affrontare situazioni emergenziali con sempre maggiore consapevolezza e preparazione, come nel caso del terremoto che ha devastato le regioni del Centro Italia nel 2016, o del Covid 19 che ha messo a repentaglio l’intero mondo, può comportare un importante risparmio in termini di risorse umane, sociali ed economiche.