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Carla Ponti e un tuffo nella memoria nel giorno della Festa della Repubblica con la Banda musicale di Bevagna

BEVAGNA – La sera del 2 giugno mi accingevo a prendere una decisione pesante: restare a casa o andare ad ascoltare il concerto della Banda musicale di Bevagna. Perché dilemma? Perché la mia condizione fisica in questo momento non è del tutto rassicurante. Mi avrebbe fatto male l’umidità della sera? Ho deciso. Sono andata. E’ il mio paese, la mia Bevagna che quando ero bambina descrivevo come il paese dei sogni nei temi che scrivevo a scuola, nei quali scaricavo tutta la carica emotiva, la nostalgia, il rimpianto per una patria amata eppure sconosciuta.

Il concerto si sarebbe tenuto nel Chiostro di S. Domenico, un capolavoro d’arte le cui arcate recano labili tracce di affreschi. Ora è un capolavoro di restauro.

Un giorno, molti anni fa, vi entrai in compagnia di una cugina. Era con me mio figlio Paolo e un suo coetaneo. Mi piaceva entrare in quel chiostro. I bambini ci sfuggirono, entrarono all’interno, ad un tratto apparvero affacciati ad uno degli archi. Erano passati anni dalla guerra, il Chiostro recava segni di un abbandono pietoso.

“Che fai lassù, scendi subito”, gridai, “C’è pericolo che crolli!”. Non appena i due bambini furono scesi, un boato, una colonna di polvere uscì dai due ultimi archi. Era crollato il tetto. “E’ un miracolo”, urlò mia cugina “il Beato Giacomo ha fatto un miracolo”. Io sorvolai.

Sono rientrata in quel Chiostro, ora meraviglioso di cento luci, nel candore dell’intonaco ancora fresco.

Quella sera, già luogo di meditazione, di raccoglimento, ospitava la Banda musicale di Bevagna, diretta da Filippo Salemmi, Maestro che vanta una direzione impeccabile coniugata ad intensa spiritualità.

Le arcate sono state immediatamente pervase da mille suoni coinvolgenti. La stessa scelta dei brani permetteva una partecipazione emotiva particolare grazie all’intelligente alternanza di suoni fragranti di vitalità e potenza, sonori echi di vittoria, malinconiche cadenze, ridondanti trionfi di trombe. Un bel concerto eccitante, eppure riposante, come la colonna sonora di Nuovo Cinema Paradiso o il melodico “Pastime with Good Company”, o la  guerriera sonante Ouverture della Giovanna d’Arco di Verdi. Lo scorrere della limpida acqua di “The Shape of Water”, un invito alla frescura. Per finire con l’insuperabile Il Canto degli Italiani che ha visto tutti in piedi a ricordare che un popolo realizza la propria superba dignità nella musica.

Ho appreso con piacere che il concerto è una realtà musicale inserita nel progetto “Coabitare la terra” che la Banda di Bevagna sta portando nei luoghi delle terre dell’olio e del sagrantino, per promuovere la ripartenza della musica, la quale, conferma il presidente della Banda Mauro Palini, “è, nei tristi momenti che stiamo vivendo, l’unica risorsa per farci sentire meno soli, perché l’orchestra musicale è una vera e propria comunità, dove siamo chiamati ad offrire il nostro contributo per creare e ri-creare una splendida armonia”.

Mi piace riproporre lo splendido manifesto che racconta il progetto, che ha visto esibirsi la Banda di Bevagna  a Massa Martana, Gualdo Cattaneo , Trevi e Campello sul Clitunno e che  proseguirà tra luglio e agosto a Giano dell’Umbria, Castel Ritaldi e Montefalco, per concludersi nel Chiostro di S. Domenico a Bevagna.

Carla Ponti

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