PERUGIA – La domenica delle Palme, la lavanda dei piedi, le processioni, siamo entrati nel pieno delle celebrazioni per la settimana Santa anche a Perugia. Una Pasqua sicuramente meno stringente sotto il profilo del Covid, ma su cui ricade tutto il peso di una guerra disumana. Sarà, quindi, una Pasqua di solidarietà, sobria, ma molto sentita.
“L’anno scorso – racconta don Marco Briziarelli, responsabile Caritas Perugia – è stata una Pasqua particolare, a causa dell’emergenza Covid; quest’anno, lo è per la guerra in corso in Ucraina. Abbiamo accolto i fratelli e le sorelle ucraine. E’ stata una Quaresima di preparazione, di preghiera per la pace, di accompagnamento a questi fratelli perché possano avere anche loro, in questa domenica di Pasqua, una possibilità di serenità. Stiamo raccogliendo delle uova di Pasqua che consegneremo sabato Santo ai bambini profughi arrivati a Perugia. La nostra mensa è in piena funzione, anche se ancora non l’abbiamo inaugurata ufficialmente: è stata aperta ad alcune famiglie ucraine che stiamo ospitando in alcune strutture che, però, hanno soltanto la possibilità dell’alloggio. Ma stiamo accogliendo anche profughi da altri paesi: non più tardi della settimana scorsa, abbiamo accolto tre iracheni e una donna dall’Afghanistan. Siamo in continuo movimento, senza dimenticare chiaramente tutte le emergenze che stiamo vivendo anche noi, con le nostre famiglie: l’emergenza abitativa, le difficoltà economiche, il caro benzina, i problemi lavorativi. E’, quindi, una Pasqua all’insegna della solidarietà che ci interroga, ci mette in discussione.
Noi domenica sera abbiamo celebrato le Palme a Cracovia e mi arrivavano messaggi e fotografie delle varie parrocchie. Finalmente, queste bellissime celebrazioni sono state fatte in presenza, anche all’aperto e certamente c’è un respiro bello. Il venerdì Santo potremo tornare a fare la processione e vivere la celebrazione del sabato Santo della Pasqua in pianezza. Ne abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di ritrovarci come comunità, come popolo in preghiera. Si prega anche da soli, ma la comunità è fondamentale. La nostra fede non può prescindere dall’incontro e dalla relazione, perché il Risorto si manifesta proprio nel fratello che ho accanto. C’è bisogno di contatto, anche se dobbiamo attendere per tornare ad abbracciarci, per lo scambio della pace. In questa settimana Santa, preghiamo per la pace, preghiamo per ricordare tutte le vittime di questa guerra e quelle di tutte le guerre”.
Naighi