PERUGIA – VI Rapporto sulle povertà nella diocesi di Perugia-Città della Pieve dal titolo “Insieme nella cura”. Si tratta di uno studio-ricerca dell’Osservatorio diocesano sulle povertà e l’inclusione sociale dell’andamento del fenomeno relativo all’anno 2020 e ai primi quattro mesi del 2021. Questi gli elementi e i dati che sono emersi dal dossier.
Dati preoccupanti
“Nel 2020 c’è un forte aumento del numero dei richiedenti aiuto – sottolinea il professor Pierluigi Grasselli che ha coordinato il dossier nella nota di sintesi – che si sono rivolti al Centro di ascolto diocesano (principale fonte del Rapporto, ndr). Si passa da 1.039 nel 2019 a 1.306 (754 donne, 552 uomini), con una variazione del 25,7% in più. Contrariamente agli anni passati, l’aumento ha riguardato essenzialmente gli italiani: da 250 nel 2019 a 388 nel 2020, con un +55,2%; in modo più contenuto gli stranieri da 745 a 869: +16,6%. Gli italiani passano così da un quarto a circa il 30% del totale, pur se continua la netta prevalenza degli stranieri”. Di questi ultimi i primi dieci Paesi di provenienza sono: Marocco, Nigeria, Ecuador, Albania, Perù, Camerun, Romania, Costa d’Avorio, Algeria e Filippine.
Significativo è anche il dato dei “passaggi” al Centro di ascolto diocesano, persone giunte in Caritas più di una volta in un anno, che raggiungono il numero considerevole di 3.070, + 15% rispetto al 2019. Sono persone con problematiche molto complesse non solo economiche, ma sanitarie, relazionali per assenza di reti parentali e amicali, burocratiche nell’espletamento di domande per l’accesso a prestazioni e servizi anche per carenze di competenze digitali, di sovra indebitamento a seguito della mentalità comune “non ho denaro ma prendo il prestito”.
La prima volta
Le persone che si sono rivolte per la prima volta alla Caritas sono 442 di cui il 39% italiane. Rispetto agli anni precedenti i nuovi arrivi rappresentano il 34% del totale, quando tra il 2011 e il 2019 l’incremento medio annuale oscillava tra il 5 e l’8%. Da evidenziare che tra le famiglie giunte per la prima volta al Centro di ascolto diocesano ci sono quelle occupate nel settore dello spettacolo itinerante, private della possibilità di lavorare durante la fase acuta del Covid-19, sostenute materialmente per nove mesi (fino allo scorso giugno) dalla rete Caritas e dal Sacro Convento di Assisi.
Gli arrivi
1306: questi gli arrivi del 2020 al Centro di ascolto diocesano della Caritas di Perugia e Città della Pieve, con un aumento del 26% sul 2019, e con un passaggio della povertà assoluta in Italia dal 6,4% al 7,7% del totale, ai livelli più elevati dal 2005, e con l’azzeramento dei miglioramenti registrati su questo fronte nel 2019. Sotto l’impatto del Covid, l’aumento degli arrivi al Centro di ascolto, 442 unità, è dovuto per buona parte agli italiani. I “nuovi utenti” italiani mostrano un forte aumento dell’incidenza relativa di coloro che vivono in un nucleo familiare, in linea con l’andamento nazionale che vede l’espansione delle famiglie povere composte solo da italiani (80% circa dell’aumento di 335 mila famiglie povere nel nostro Paese). La famiglia povera, con tutti i problemi che ciò implica, diviene oggetto centrale, in Italia e in Umbria, delle molteplici iniziative di contrasto alla povertà…
Da 2688 a 3070: l’aumento del numero totale dei passaggi degli utenti al Centro di ascolto, che può indicarci l’aumento della complessità e della cronicità dei problemi avvertiti dai richiedenti aiuto, e della corrispondente esigenza di un accompagnamento più intenso e prolungato nel tempo, oltreché di un numero più elevato di incontri.
Questione di reddito
Un effetto vistoso della pandemia sulla composizione dei poveri si osserva sul fronte dei redditi degli utenti: dalla distribuzione del reddito familiare (relativo al 2019) degli utenti della Caritas del 2020 risulta l’aumento del peso delle fasce oltre i 600 euro, aumento che dipende dall’accesso al Centro di ascolto dei “nuovi” utenti. Per gli italiani, si passa da un reddito medio di 485 euro dei “vecchi” utenti agli 826 euro dei nuovi: si intuisce l’ingresso in Caritas di figure nuove (che possono essere lavoratori autonomi, piccoli imprenditori, artigiani, professionisti…), di famiglie con redditi di poco superiori alla soglia di povertà, e trascinati al di sotto di questa dalle conseguenze restrittive dell’emergenza sanitaria.
Affitti insostenibili
836 (64% del totale): è il numero dei poveri acceduti al Centro che dichiarano di vivere in una casa in affitto da privato. L’incidenza della povertà assoluta dipende anche dal titolo di godimento dell’abitazione in cui si vive, e la situazione è particolarmente critica per chi vive in affitto: in Italia, il 43% di tutte le famiglie povere vivono in affitto, che pesa per il 36% sulla spesa delle famiglie povere …, e questo spiega la rilevanza della campagna “adotta un affitto” della Caritas diocesana.
I lavoratori poveri
Risulta inoltre grave la situazione sul fronte del lavoro. 307: tanti sono i poveri che si dichiarano occupati, che possiamo supporre “lavoratori poveri”, che alcuni stimano per l’Italia in 1 milione e mezzo (con un aumento del 22% rispetto al 2019), per i quali l’occupazione non preserva da una situazione di povertà. A questi si aggiungono 454 disoccupati, peraltro diminuiti di quasi il 40% rispetto al 2019: tale diminuzione può corrispondere ad un aumento degli inattivi, entrambi i fenomeni essendo stati registrati in Italia e in Umbria, come rimarca l’ultima relazione di Bankitalia per l’economia dell’Umbria, nel 2020. 85 poveri dichiarano inoltre lavoro nero o comunque irregolare con un aumento sul 2019 del 60%.
I bisogni
Da 2893 a 4641: a tanto ammonta il numero di bisogni complessivamente espressi dagli utenti nel 2019 e nel 2020, con un aumento esplosivo del 60,4%. Aumenta anche il numero medio di bisogni per utente (da 2,8 a 3,6), possibile, anche se rozzo, indicatore dell’andamento della pressione dei bisogni sugli utenti. 1302 utenti segnalano problemi economici/di povertà, 1263 problemi di occupazione/lavoro, 407 problemi di immigrazione, 360 problemi familiari, 352 problemi abitativi, 156 problemi di salute. La povertà conferma la sua natura multidimensionale, che chiede un approccio sistemico e integrato, ma anche un’attenzione profonda e premurosa alle persone, un concorso comunitario all’attuazione della stessa, allo sviluppo di relazioni collaborative tra tutti gli attori.
Gli interventi della Caritas
Da 4892 a 6986: è il salto dal 2019 al 2020 del numero di interventi offerti da Caritas, con un aumento del 43%, per rispondere alla pressione della domanda. Per quasi tutte le tipologie di interventi si registra nel biennio un’espansione più o meno rilevante. Un aumento molto significativo si osserva per il servizio di Ascolto, che è il servizio di base, con un aumento del 31%, che apre a tutti i successivi e influisce su di essi. Aumentano anche gli interventi in Beni e servizi materiali, del 44%. Alcune tipologie acquistano consistenza significativa proprio nel 2020, come accade per i Coinvolgimenti (apertura ad altri servizi), per il “Lavoro” ed anche per l’“Orientamento”. I servizi sanitari mostrano un aumento del 18%. I sussidi economici si incrementano del 19%. Si sviluppano categorie di intervento nuove, come anche l’attività progettuale della Caritas, volta a influire non solo sull’emergenza quanto sugli aggiustamenti strutturali dell’attività di protezione e di inclusione sociale”.
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Il Rapporto è consultabile online all’indirizzo: https://www.caritasperugia.it/wp-content/uploads/2021/07/Rapporto_Caritas_2021_REV8-lug.pdf