PERUGIA – Quella del gruppo vocale Armoniosoincanto è una storia lunga ventisette anni. Tutto ebbe inizio nel 1996 quando un giovane musicista di Piccione -frazione di Perugia- invitò le ragazze del coro della parrocchia allo studio del canto gregoriano. Un esperimento, o forse un sogno, quello del M° Franco Radicchia, che nel giro di poco tempo si è trasformato in una realtà e che grazie ad una dedizione costante ed instancabile, ha permesso al gruppo femminile perugino di diventare un ensemble di riferimento in Italia e all’estero, nel canto gregoriano e in altri stili musicali.
Grazie ad una vocalità limpida, trasparente ma al tempo stesso ricca ed espressiva, l’ensemble è stato scelto per numerose collaborazioni; particolarmente significativa quella con il bandoneista Daniele di Bonaventura, il trombettista Paolo Fresu e l’Orchestra da camera di Perugia per il progetto “Altissima luce”, un incontro tra il Laudario di Cortona e il Jazz che ha prodotto un’incisione discografica e una tournée che negli ultimi anni ha toccato magnifici luoghi del Belpaese.
Il prossimo impegno delle armoniose voci femminili sarà il concerto “Canti a lucendiluna” che debutterà alla Sala dei Notari di Perugia martedì 18 luglio alle ore 21 e sarà replicato venerdì 21 luglio nel Museo della Corsica a Corti, capitale storica e culturale dell’isola francese. Questo nuovo progetto è frutto del rapporto professionale tra Radicchia e il cantautore corso Stéphane Casalta cominciato nel 2019 e che ha visto il gruppo perugino esibirsi in Corsica affiancando Casalta in alcuni brani. Con il progetto “Canti a lucendiluna” la collaborazione si concretizza attraverso un concerto in cui le canzoni di Casalta vengono interpretate nella nuova elaborazione per voci femminili, arrangiamento curato dal musicista genovese Erik Bosio per l’Armoniosoincanto e pensato per esaltare la capacità evocative dei brani.
I protagonisti dell’esibizione saranno Stéphane Casalta e Rosela Libertad, cantanti e chitarristi e Luca Falomi alla chitarra; per l’Armoniosoincanto i soprani Caterina Becchetti e Stefania Cruciani, mezzosoprani Maria Carmen Ciuffreda e Lisa Lotti, contralti Elisabetta Becchetti e Andreina Zatti; quest’ultima suonerà anche l’arpa medievale.
Stéphane Casalta ha risposto alle domande sul progetto
Musica d’autore pensata per voce e chitarra ma arricchita dalle trame sonore del coro femminile. Com’è nata l’idea della collaborazione con Armoniosoincanto?
La musica corsa dà grande importanza all’elemento vocale, ha una tradizione prettamente vocale che affonda le proprie radici nella ricca produzione di polifonia antica, per questo motivo da tempo immaginavo un progetto con un gruppo che avesse una particolare cura delle voci; sono rimasto colpito dal suono dell’Armoniosoincanto, così preciso e puro ma che non perde il calore della nostra terra mediterranea.
Il tuo linguaggio guarda al passato, trae ispirazione dalla tradizione ma è calata nel presente, con sonorità e contenuti della nostra realtà
Sì, il mio stile ha l’essenza della musica popolare mediterranea ma proiettata nei nostri giorni, alla nostra realtà, ai sentimenti, alle isole, alla vita nel nostro territorio, e per territorio intendo il Mediterraneo e non solo la Corsica che è un’isola con un’esigenza naturale ad avvicinarsi alle altre regioni italiane; la storia e la lingua corsa sono profondamente legate all’Italia, così come la mia musica. Sono molto interessato a collaborazioni che possano mettere a confronto realtà diverse. Lavoro con altri artisti italiani e ho fondato il Duo Magicanima con la cantautrice Rosela Libertad, che è un incontro tra la Corsica e l’Argentina, un dialogo tra culture che sembrano lontane ma che hanno tante affinità, una su tutte la matrice culturale latina.
Cosa sono i Canti a lucendiluna?
Sono canti che si ascoltano ad occhi chiusi e hanno quella dimensione intima e poetica tipica della notte rischiarata dalla luna. Sono canti che invitano ad una riflessione profonda, ad un percorso in cui la coscienza si eleva spiritualmente abbandonandosi alla suggestione del suono e della parola.
Alma Gatteschi