UN SUGGESTIVO PERCORSO TRA STORIA, ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE, AMBIENTE INCONTAMINATO E PAESAGGI MOZZAFIATO
ORVIETO – L’itinerario origina presso la chiesa di Ponte del Sole (parcheggio). Proprio qui a metà del Duecento, al ponte di Rio Chiaro oggi Ponte del Sole, avvenne l’incontro tra il vescovo, che tornava da Bolsena con le reliquie del miracolo, e il papa Urbano IV che, con il clero orvietano, i dignitari della corte e una gran folla agitante rami di ulivo, gli si era recato incontro. Di qui s’imbocca il sentiero 816/819 , segnato a bandierine bianco-rosse grazie al Progetto “Dalla Scuola al Bosco” che ha visto protagonisti i ragazzini della locale Scuola Primaria. Dal ponte, lato Orvieto s’imbocca la strada e poi il sentiero (bandierine bianco rosse) risalendo brevemente e aggirando un poggio vitato per poi scendere al parco pubblico di Sferracavallo. Superata la passerella sul Fosso Albergo della Nona, eccoci al parcheggio Oasi dei Discepoli: all’angolo il sentiero entra tra siepi e prati coltivati e in leggera salita guadagna quota sotto Monte Rotondo, fino a sbucare nei pressi di Podere Polveriera.
DESCRIZIONE TECNICA DEL PERCORSO
Itinerario escursionistico ad anello: Ponte del Sole-Sferracavallo-Rocca Ripesena-ex Officine Netti-Strada de La Chiusetta-Sugano- Sasso Tagliato-selciata Tamburino-Ponte del Sole
Lunghezza percorso: 16km+ 600×2 = in caso di andata ritorno bivio – sommità Rocca e ritorno
Tempo percorrenza: 4,15 senza soste
Dislivello: + 500m – 420m
Difficoltà: “E” (escursionistico)
Quota massima 436 m (Sugano)
Segnaletica: bandierine a vernice bianco rosse; sentieri CAI n°816/819,812 Regione Umbria
Carta: Cartina dei sentieri dell’Orvietano (1:50.000) ed Comune di Orvieto e Cai sez.Orvieto
LA PICCOLA RUPE D’ORVIETO
Di qui si tocca in due punti la strada asfaltata comunale per la Rocca e si arriva in breve sotto il borgo a ridosso della piccola rupe d’Orvieto: Rocca Ripesena.
Il Sentiero 819 sale in paese per la chiesetta di S.Maria Assunta che si faccia sulla vallata e sulla rupe maggiore. Alla Rocca da visitare il borgo e il Roseto didattico, coltivato dai volontari dell’AGe (Associazione italiana genitori) di Orvieto. Un sightseeing degno di nota raggiungendo la cima della roccia tufacea che ospitava in antico torri fortificate. Prima di salire in paese e alla chiesa, alla nostra sinistra avevamo trovato un bivio con il Sentiero 816. Tornati sui nostri passi scendiamo per traccia e gradinate sull’argilla fino all’ombroso Fosso Albergo della Nona, che superiamo su un ponticello realizzato dai volontari del Cai, pochi metri a valle dalla confluenza col Fosso del Leone. Acque davvero limpide e pulite, prova ne sia la presenza del raro gambero di fiume, specie protetta.
ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE: EX OFFICINE NETTI
Si risale brevemente il bosco misto con querce e piante ripariali fino a giungere al manufatto oggi in rovina ma perfettamente leggibile, dell’ex Officina Idro-Elettrica Netti.
Si tratta di un sito di archeologia industriale, la prima centrale per la produzione di energia idroelettrica progettata e realizzata a partire dal 1893 dall’Ing. Aldobrando Netti. Ad Orvieto il primo edificio ad essere illuminato ad elettricità dal 5 Aprile 1896 fu il Teatro Mancinelli, al quale seguirono l’illuminazione pubblica della città e gli edifici del Comune. Anche per questo motivo per decenni e fino al Secondo Dopoguerra le Officine Netti sono state non solo un impianto tecnologico ma anche e soprattutto un simbolo, entrato di fatto nell’immaginario collettivo di tutta la comunità orvietana. L’ubicazione stessa della Centrale, isolata in un bosco ripariale sul fosso che drena le acque della valle Tione, è estremamente suggestiva.
A seguito di una prima opera di sfalcio e manutenzione delle stradine e sentieri d’accesso realizzata dai volontari della locale Sezione del Cai, promotrice del Comitato di proposta del Luogo del Cuore, il sito è oggi facilmente raggiungibile lungo l’antico itinerario pedestre. Nonostante i danni del tempo all’interno dell’edificio rimangono del tutto leggibili gli impianti con le due turbine tipo “Pelton” a cucchiai, del 1913, realizzate dall’Ing. Riva di Milano, una aperta ed una ancora integra; una terza turbina, esplorata dal Gruppo Speleo Cai di Orvieto, si trova alcuni metri al di sotto del piano campagna, ancora perfettamente conservata. A monte della centrale si snodano per chilometri pesanti tubature in ghisa di captazione delle acque che garantivano il necessario afflusso alla centrale. Il manufatto richiede un intervento urgente di pulizia, messa in sicurezza della parte muraria e restauro conservativo degli impianti tecnologici e annessi. Dalla Centrale Netti si prosegue lato fosso per la Strada de La Chiusetta, che si imbocca a sinistra per poi svoltare dopo duecento metri a destra per un largo sentiero storico che risale il versante, fino ad una carreggiabile bianca sotto Sugano(bivio in prossimità di una torretta elettrica).
PAESAGGI MOZZAFIATO
Si sale al paese da visitare per le strette vie, la chiesa di Santa Lucia e i paesaggi mozzafiato verso la valle del Tione e il castello di San Quirico.
Si procede su strada asfaltata fino ad incrociare il Sentiero 812, Orvieto Bolsena. Si prende a sinistra prima in leggera salita costeggiando su stradella un colle coltivato, poi si attraverso la zona di pascolo (attenzione cani maremmani a difesa delle pecore), per poi imboccare decisamente l’antica mulattiera selciata , a tratti incavata sotto il livello campagna, che attraversa una bella zona rurale e boscata fino al Sasso Tagliato.
TRADIZIONI RELIGIOSE
Secondo la tradizione, durante il trasporto del corporale da Bolsena ad Orvieto, nei pressi dell’attuale località chiamata Trinità, un grande masso che si trovava sul sentiero improvvisamente si aprì lasciando libero il passaggio alla processione. Ancora oggi una lapide ricorda questo leggendario evento. Superata la Statale si prosegue in discesa lungo il rettifilo del Tamburino, fino al Ponte del Sole. (Chiusura itinerario ad anello).