CAI Gualdo Tadino – Itinerario: Monte Serrasanta, una terrazza in alta quota

MONTE SERRASANTA – UNA TERRAZZA IN ALTA QUOTA SUI SUGGESTIVI AMBIENTI DELL’APPENNINO, IN UNO DEI LUOGHI SIMBOLO DELLA RELIGIOSITÀ UMBRA

 

 

Un’escursione ad anello in un ambiente suggestivo, ricco di storia sociale e religiosa. Da Valsorda, all’Eremo Serrasanta, alla Cima Serrasanta, per la Costa dei Quarti e poi di nuovo a Valsorda. Si parte dal Rifugio Cai di Valsorda, splendida vallata a 1000 m di altitudine incastonata tra il Monte Serrasanta (a sud) ed il Monte Maggio (a Nord). Seguendo la strada verso sud si costeggia il camping ed il ristorante da Clelia, poi il Rifugio Chiesetta fino all’area Camper. Da qui si comincia a salire sulla carreggiata in direzione nord. Una apposita segnaletica verticale indica la direzione Serrasanta per il Sentiero 210. Al primo bivio si prosegue sulla destra; al secondo bivio si prende la deviazione a sinistra; al terzo bivio (1100 m slm) si devia a destra verso un rifugio (Rifugio Cannoine conosciuto anche come Caciera). Si lascia il rifugio sulla destra e si sale inoltrandosi in un breve tratto di bosco e, poi, attraverso un’area prativa, fino ad incrociare la strada incatramata che sale verso Serrasanta (Pian di Buceto a 1185 m slm). Si attraversa la strada e si riprende il sentiero che sale attraversando il prato per poi deviare a destra (all’altezza di una nicchia con croce) sulla strada (chiamata strada vecchia o strada di Paccamonti dal nome della ditta che l’ha realizzata) che lo rende più dolce con un’ampia curva (chi vuole può salire anche dritto per dritto fino ad incrociare la stessa strada sul tornante superiore). Si arriva ad un ampio piazzale (il Belvedere o Carlo Rosi o Santo Stefano), utilizzato come parcheggio, delimitato da un muro sul versante nord-ovest. Seguendo una staccionata, si sale per il sentiero lungo una staccionata fino all’Eremo di Sarrasanta (1348 m slm).

Dall’eremo si segue la strada verso est e, dopo circa 300 m, la si lascia proseguendo diritti per una traccia di sentiero sul prato per salire fino alla cima del M. Serrasanta, un pianoro non indicato a 1423 m slm, indicato nella cartina con il cerchio verde (la seconda cima più alta della montagna gualdese dopo il M. Penna che è a 1432 m). Dalla cima si devia a sinistra in direzione nord scendendo leggermente e risalendo verso un piccolo manufatto in pietra (una nicchia con una piccola statua della Madonna che è diventata ormai una meta obbligata per chi percorre questi luoghi). Dalla Madonnina, seguendo le creste (creste dei Quarti) si scende fino ad incrociare una carrareccia/sentiero che si inoltra nel bosco verso sinistra. Dopo circa 300 m si interseca il sentiero delle fragole che proviene dalla Chiavellara e si continua a scendere fino ad arrivare a Valsorda per riprendere la strada che conduce al Rifugio CAI M. Maggio.

 

DESCRIZIONE TECNICA DEL PERCORSO

 

 

Itinerario Valsorda – Eremo Serrasanta – Cima Serrasanta – Costa dei Quarti – Valsorda

Tipo di percorso : Anello

Dislivello in salita: +450 m

Distanza: 8 km

Tempo di percorrenza: 5 ore     (escluse soste)

Difficoltà: E (escursionistica)

Segnaletica: biancorossa-Cai

Altitudine max: 1423 m ; min.1005 m.

Carta: “Monte Giuoco del Pallone”, carta n.9 – Monti Editore. In uscita nel 2023 nuova edizione “Carta dei sentieri”– Cai- Gualdo Tadino

 

ITINERARIO

Rifugio CAI Monte Maggio – Strada Valsorda – Rifugio Caciera (o Cannoine) – Strada Paccamonti – Piazzale Belvedere – Eremo Serrasanta – Cima Serrasanta – Madonnina di Serrasanta – Creste dei Quarti – Sentiero delle Fragole – Valsorda – Rifugio CAI Monte Maggio

Come raggiungere Valsorda: da Gualdo Tadino si può salire in macchina su una comoda strada asfaltata lunga circa 6 km che parte di fronte alla Rocca Flea.

Come affrontarlo: occorre un abbigliamento adatto alla stagione in corso ed all’escursionismo con scarpe da trekking (soprattutto per la discesa delle creste dei Quarti). Lungo il percorso non si trovano sorgenti di acqua potabile (ad eccezione dei giorni in cui è aperto il rifugio a Serrasanta), quindi è opportuno fornirsi di una adeguata riserva di liquidi.

 

 

CARATTERISTICHE DEL PERCORSO

Avvertenza: i riferimenti numerici in cartina in parte non corrispondono perché la numerazione è in parte cambiata mentre le cartine non sono state ancora aggiornate. Il sentiero si snoda in gran parte su superfici prative dove a volte si possono incrociare mandrie di mucche e di cavalli al pascolo. È frequente anche l’avvistamento di qualche capriolo, lepre; casualmente ci si può imbattere in qualche cinghiale la cui numerosa presenza è accertata dai danni procurati sui prati e da avvistamenti vari, ma durante il giorno in genere non si fanno vedere. Si parla anche di avvistamenti sporadici di qualche lupo ma le probabilità di incrociarne uno sono infinitesimali. In brevi tratti ci si inoltra nel bosco caratterizzato dalla flora tipica della montagna appenninica, in prevalenza faggi, orniello, roverella, carpino nero, sorbo montano, nocciolo e agrifoglio. I prati pascoli, di origine secondaria, sono caratterizzati da graminacee (Bromo, Sesleria …), leguminose e orchidee varie. Nel periodo primaverile si possono ammirare splendide fioriture multicolori.

Ciò di cui si può godere maggiormente camminando su questo itinerario è il magnifico panorama che si offre agli occhi dell’escursionista. Salendo verso Serrasanta si scopre gradualmente tutta la corona di monti ad ovest, dal M. Cucco, al M. Catria, il M. Nerone, il M. Tezio, l’Amiata, il M. Subasio e tutte le colline degradanti verso la piana di Gualdo-Gubbio e tutta la fascia ai piedi dell’Appennino umbro. Salendo sulla cima del M. Serrasanta si gode uno spettacolo a 360 gradi perché gli occhi possono spaziare anche su tutto l’Appennino marchigiano dalle cime del Redentore, al Vettore, la Sibilla, la Priora, il San Vicino e la corona di monti a nord ovest. Nelle giornate più limpide si possono intravedere in lontananza le cime del Gran Sasso (a sud est) e persino un angolo del Mare Adriatico (a nord est) e, a ovest, uno spicchio del lago Trasimeno illuminato dal sole.

 

L’EREMO DI SERRASANTA (1348 m.)

Nella Valsorda si incontrano vecchi rifugi (utilizzati nel tempo anche dai pastori) di proprietà della Comunanza Agraria Appennino Gualdese che sono stati ristrutturati recentemente dal comune di Gualdo Tadino e vengono utilizzati a scopo turistico essendo dotati di servizi essenziali.

Lungo questo percorso, da Pian di Buceto in poi, si incontrano due nicchie con le croci che costituiscono la parte finale della Via Crucis più lunga d’Europa (869 m di dislivello per 6 Km di lunghezza) che parte dalla chiesa di San Facondino a 479 m (dedicata al santo vissuto a Tadinum, la Gualdo in epoca romana, tra il 300 circa ed il 350 circa) e si conclude sull’Eremo del Serrasanta (1348). Annualmente vi è organizzata una escursione/via crucis la terza domenica di agosto.

L’eremo del Serrasanta è una costruzione sviluppatasi su un antico romitorio (il primo documento che ne attesta l’esistenza risale al 20 agosto 1476) che nel tempo ha ospitato eremiti famosi come San Facondino, San Gioventino, San Rinaldo, San Romualdo, San Pier Damiani, San Giovanni da Lodi e San Francesco). La struttura attuale dell’eremo sul versante ovest ha un atrio aperto all’accesso libero. All’interno dell’atrio, sulla sinistra, c’è l’ingresso di una chiesina dove, in estate, nei giorni festivi, è celebrata una messa. All’interno della chiesa si può ammirare la copia di una pala d’altare, in ceramica di scuola robbiana, realizzata nel 1927 dal ceramista locale Giuseppe Pericoli. La maiolica originale, realizzata nel 1528, è stata trasferita in  città nella monumentale chiesa di S. Francesco per sicurezza, dopo che furono rubate alcune sue parti. A destra ci sono un focolare (che può essere acceso da chiunque in caso di necessità) ed una porta di ingresso al rifugio dalla parte della cucina. Sul lato sud c’è l’ingresso principale del rifugio costituito da un ampio salone con un bel focolare, una grande cucina ed un bagno. La struttura è di proprietà della Confraternita della SS Trinità che la tiene aperta nei giorni festivi dei periodi estivi. Nei giorni di apertura gli escursionisti vi possono trovare ospitalità con un dolcetto, un caffè caldo e, nelle giornate più fredde, il camino acceso. Il rifugio viene concesso in uso in estate, previa prenotazione, a gruppi che intendono cucinare e consumare il pasto all’interno.

Di fronte all’eremo, all’esterno, recentemente la sezione CAI di Gualdo Tadino ha ubicato due pannelli fotografici che indicano i nomi dei monti che si possono vedere a nord-ovest ed a sud-est.

Gli escursionisti che provengono da fuori Gualdo possono trovare ospitalità presso il Rifugio M. Maggio gestito dalla sezione CAI di Gualdo Tadino e punto tappa del Sentiero Italia. È dotato di una cucina attrezzata con bombole a gas, elettricità, un salone accoglienza/mensa che può ospitare circa 40 persone, di due camerate (parte con tavolacci e parte con reti) per una quindicina di persone, due bagni, doccia, acqua calda, riscaldamento e barbecue. È possibile utilizzarlo per dormire e per cucinare e consumare i pasti (nelle belle giornate anche all’esterno) previa prenotazione tramite i volontari della sezione CAI incaricati della gestione (i riferimenti telefonici si possono leggere sul sito internet della sezione CAI di Gualdo Tadino).

A Valsorda, poi, chi vuole può usufruire di un camping gestito dal ristorante Clelia, del ristorante stesso e di un’area camper allestita di recente dal comune di Gualdo Tadino con bagni aperti anche al pubblico. Chi volesse utilizzare i rifugi (che possono ospitare piccoli nuclei di persone) può, infine, rivolgersi al ristorante da Clelia cui è stata affidata la loro gestione. Ovviamente nella città di Gualdo Tadino si può far riferimento anche a diverse strutture ricettive.

 

 

 

Redazione Vivo Umbria: