PERUGIA – Turreno e Lilli. Per Perugia e i perugini una ferita aperta. Sulla quale scende sale ogni volta che ci si passa di fronte. Perché da un punto di vista emotivo scatena ricordi e memorie, dal punto di vista razionale l’incomprensione nell’assistere al progressivo deterioramento di un patrimonio che invece potrebbe, può e dovrebbe dare ancora ottime opportunità di utilizzo a città e cittadini.
Se ne è straparlato invano, vedendo i miseri frutti che il dibattito, soprattutto politico, ha prodotto. Ecco perché ci piace particolarmente il libro fresco di stampa “Buio in sala” di Matteo Pacini.
Qui, le parole, recuperano il loro significato pertinente grazie a studi, ricerche, documenti, disegni, progetti, fotografie, testimonianze frutto di un’analisi, finalmente, competente.
“Provo un’attrazione naturale verso ciò che è dismesso. Mi affascina recuperarne la storia, indagare le radici, osservare le evoluzioni fino, come purtroppo spesso accade, al declino e all’abbandono”.
Matteo Pacini è di Foligno. Ora abita a Milano. Ha 40 anni e un passato che continua a vivere con intensità nella sua Umbria. Questione di cuore ma anche di professione. Cura mostre d’arte contemporanea, la più recente è proprio quella che ha allestito Palazzo della Penna a Perugia, Art monster 2020. Allo stesso tempo studia il territorio attraverso la catalogazione del patrimonio industriale e urbano dismesso. Da qui, appunto, il suo libro “Buio in sala”. Sottotitolo: Rilevazione dei cine-teatri Lilli e Turreno di Perugia in attesa di un futuro. Le prefazioni sono curate dai professori universitari Paolo Belardi e Renato Covino che offrono riflessioni di spessore sia sullo studio di Pacini che sull’effetto che questo dovrebbe avere indicando specificatamente anche gli interlocutori a cui si rivolge.
“E’ fondamentale – spiega Pacini – valutare l’entità di un patrimonio in tutta la sua essenza prima che si apportino modifiche irreversibili magari a seguito della cambiamento della destinazione. Occorre conoscerne le peculiarità in modo che siano considerate e, nel caso, preservate. Ciò vale per tutti i siti che hanno una loro storia e per tutte le città che li possiedono. In questo libro mi occupo in particolare di due cinema-teatro che si trovano nel centro di Perugia e il cui futuro è sospeso. Ci sono progettualità – sottolinea Pacini – a uno stadio avanzato nel caso del Turreno ma congelate. Destinazioni ipotizzate ma non definite. Al di là di questo c’è la necessità di un coinvolgimento consapevole della collettività rispetto a come si vorrebbero utilizzare spazi storicamente rilevanti”.
In effetti questo è un testo scientificamente concepito per mettere in evidenza l’anima che si respira tra sedie dismesse, fondali accartocciati, pareti scolorite che però hanno un loro vissuto.
L’indagine si dipana attraverso la raccolta di fonti bibliografiche, iconografiche e d’archivio e una dettagliata campagna fotografica che serve a registrare lo stato attuale dei due siti. La ricostruzione si avvale anche di testimonianze di quanti hanno vissuto attivamente queste due realtà e addirittura di fotografie d’epoca private, di famiglia. Questo dà l’esatto colore a un libro artisticamente concepito in bianco e nero: man mano rivela quanto luoghi della memoria siano stati importanti ieri, manchino terribilmente oggi e possano essere utili domani.
L’editore del libro di Matteo Pacini è Il Formichiere: 280 pagine, prezzo 25 euro.