TERNI – Un Pums che “mette ancora una volta al centro dell’attenzione i veicoli, e NON le persone”.
Parole dure quelle delle tre associazioni FIAB Terni, Laboratorio Biciclario e MAT – Mobilità Attiva Terni, che spiegano attraverso una lunga nota i motivi per i quali il piano urbano della mobilità della città di Terni appena approvato dall’amministrazione comunale, sia “un documento di pianificazione assolutamente insoddisfacente nelle analisi, nelle proposte e nelle soluzioni presentate” e che non soddisfi in alcun modo gli obiettivi primari di un piano urbano secondo quanto indicato dalle linee guida europee.
I Pums derivano dalle linee guida elaborate in sede europea dal 2014 e sono i piani urbani di mobilità sostenibile, strumenti utili per ripensare le città andando oltre i concetti di traffico e infrastrutture urbane cui siamo abituati. Sono inoltre un presupposto necessario per l’accesso ai fondi straordinari forniti dalla Comunità Europea. In numerose capitali europee sono già diventati occasione per migliorare la qualità della vita nelle città e sono diventati obbligatori anche in Italia dal 2017.
Le 3 associazioni considerano disattesi tanto gli obiettivi riguardanti la riduzione di inquinamento atmosferico e acustico, emissioni di gas serra e consumi energetici quanto quelli circa l’accessibilità e l’efficienza dei trasporti e il miglioramento delle condizioni di sicurezza, dell’attrattiva del territorio e della qualità dell’ambiente.
Numerose le obiezioni: per quanto riguarda la mobilità della cittadinanza “non è assolutamente prevista alcuna forma di incentivazione e promozione di forme di mobilità dolce, né tanto meno si è data la necessaria priorità alla mobilità pedonale e ciclabile (neanche alla salvaguardia di quella più debole dei disabili)”.
Le associazioni sottolineano inoltre l’importanza della qualità dello spazio pubblico e la “necessità di un ripensamento globale delle sue caratteristiche in vista di un miglioramento della qualità ambientale urbana globale – mentre – ravvisiamo che proprio l’approccio volutamente incentrato su un nuovo, cospicuo investimento di risorse pubbliche nell’implementazione delle infrastrutture cittadine non fa che sortire effetti nuovamente deleteri sulla qualità dello spazio cittadino, realizzando ulteriori manufatti e impianti che non possono essere considerati priorità”.
Affondo anche sulla questione costi: “non vi è cenno – leggiamo nel comunicato – di una stima parametrica dei costi di attuazione né si può definire esaustivo e chiaro l’abbozzo di cronoprogramma degli interventi adombrato nel testo del Pums in via di rilascio”. Inoltre “andava affrontata approfonditamente una valutazione dei costi esterni generati dal traffico, così come una stima economica dei benefici che produce puntare su ciclabilità, aree pedonali, trasporto collettivo e mobilità condivisa. Dall’elusione totale di questa valutazione deriva la scelta di questa Amministrazione, di preferire e privilegiare, appunto, un approccio volto ad un forte incremento infrastrutturale, con un dispiego cospicuo di risorse che avrebbe potuto essere altrimenti canalizzato a favore di più economiche ed efficaci misure di incentivazione della mobilità alternativa.
Critiche anche riguardo i temi della ciclabilità e della progettualità della metropolitana della superficie la cui trattazione è considerata “quantomeno approssimativa, senza analisi dei costi, dei flussi della mobilità, delle possibili utenze”. Resta irrisolta e poco trattata anche la questione delle velostazioni che “il Comune, così sembra di aver capito, si appresta a realizzare con i fondi di Agenda Urbana, e il conseguente loro rapporto con i centri di scambio riportati nel Pums; non sono stati approfonditi né spiegati aspetti come l’interazione col traffico veicolare, con il trasporto pubblico e con la mobilità pedonale, né gli aspetti operativi/gestionali”.
Al termine del comunicato, le tre associazioni concludono chiedendo “un tempestivo confronto corale riguardo i temi sollevati per scongiurare il rischio che sia generato un Pums inefficace, inappropriato e non rispondente alle reali esigenze di questa città”.