Corso Vannucci e le edicole perdute per sempre
PERUGIA – È sintomatico dei tempi, turlupinati della lingua, della lettura, dell’approfondimento, sia esso culturale che di informazione. Il fatto che le edicole agli angoli di via Mazzini in corso Vannucci, siano state riconvertite e ridestinate a contenitori di pannelli luminosi con inserzioni pubblicitarie, forse è una sconfitta per tutti e, come detto, sintomo dei tempi che inesorabilmente cambiano, dal nostro punto di vista inerente all’argomento in questione, forse in peggio. È vero, la stampa è in crisi da anni e forse non saranno lontani i tempi in cui qualche robot sceglierà per noi le notizie da darci in pasto seguendo le linee del “pensiero unico”, ma quale migliore sensazione la carta stampata con quel profumo di inchiostro fresco, che fruscia sotto le dita, che si sfoglia pagina per pagina? Ecco, tutto questo rischia di andare perduto per sempre, almeno nel cuore della città. Perugia, città colta, sede di due università e fulcro di molteplici attività culturali, perde, secondo noi, con la ridestinazione delle edicole, un po’ del suo prestigio. E pur scrivendo sulle colonne di una testata online come Vivo Umbria che sta tentando di ravvivare l’attenzione dei numerosissimi lettori che magari si informano solo attraverso i social e il Web, non siamo immuni dal fascino della carta stampata. Per questo le edicole che, tra l’altro, rappresentano o forse hanno rappresentato una forma di prossimità sociale e culturale sugli argomenti più disparati, una modalità per scambiare anche dal vivo sensazioni ed “ampliare” la percezione della realtà anche attraverso i commenti estemporanei degli acquirenti dei giornali, dei quotidiani, delle riviste più o meno patinate, sono ancora importanti. Importanti anche per allontanare dai luoghi dove sono collocate, quell’umanità che, spesso da sola, si relega ai margini e a cui non interessa avere una visione più chiara di quanto accade e quanto accadrà. Quell’umanità dedita alle varie forme di attività illecite che finisce per svilire ogni decoro, sia esso culturale che umano, architettonico e strutturale. Avremo più luci, più pubblicità, più inviti agli acquisti e al consumo, ma forse meno attenzione alla cultura e all’informazione che non sia costantemente minacciata dal trash delle fake news. In questo quadro consola un solo fatto: che i libri continuano a resistere e che, nonostante tutti i tentativi di introdurre sul mercato gli e-book, l’operazione non è riuscita a soppiantare i libri cartacei. Dei quali rimane intatto il piacere di leggere e sfogliare.