Questa storia mi ha fatto impazzire. Sarà che professionalmente sono cresciuto convinto che il giornalismo che serve è anche quello di quartiere. Quello che fai cercando di essere utile per fornire un servizio, per dare una voce a chi si alza, si veste, va al lavoro e ha altro da fare. Ti delega, per forze di cose. Premetto che conosco personalmente il sindaco di Assisi, Stefania Proietti. Di lei alcune cose mi piacciono, altre meno. Non entro nel merito dell’appartenenza politica perché afferiscono, per così dire, a questioni private e comunque presumo scarsamente interessanti per il lettore di Vivo Umbria. Detto questo, stavolta, mi complimento con lei. Perché il taglio di una pianta interessa al cittadino e, di conseguenza, anche lei; motivata a spiegare cosa è avvenuto seppure si tratti di un tronco senza vita da ormai due anni, perché significa rispettare le radici vive di una comunità che tiene a se stessa, al decoro, alla natura, alla sua vita. E a quella degli altri. La storia di un falso tiglio e di un vero ligustro morto, così, non diventa secondario per un amministratore. Che si sente di doverne rendere conto. Si dirà: “Ci sono ben altre cose a cui pensare e che in città non vanno”. Certamente. E hanno priorità ben maggiori. A cominciare proprio da aree da rivalutare e togliere definitivamente dal degrado che interessano la stessa Assisi. Sapere, però, che anche di questo si sente l’obbligo di occuparsi e di rispondere in quanto rappresentanti dei bisogni, tutti, di un’intera collettività, è principio che, personalmente, mi rassicura molto. E soprattutto mi fa sperare.
Ora ecco i fatti che, spero, risultino interessanti anche a voi. Questo è il comunicato integrale dell’amministrazione comunale di Assisi che, come dicevo all’inizio, mi ha fatto impazzire. Di gioia.
“In merito alle ultime polemiche sul caso del presunto tiglio scomparso nel vicolo di Sant’Andrea, sono d’obbligo alcune precisazioni. La prima: non si tratta di un tiglio bensì di un ligustro che è una specie non protetta. La seconda: il fusto secco (in foto)
non è stato tagliato dal personale del Comune, che, dopo la segnalazione di un cittadino, ha prontamente effettuato un sopralluogo di verifica. Terza: la pianta in questione era già morta da un paio di anni tanto che era in programma la ripiantumazione della stessa specie, proprio nel corso dei sopralluoghi di progetto è stata scattata dagli addetti del comune la foto del fusto secco.
Da parte degli uffici del Comune sono in programmazione i lavori di ripristino dell’alberatura secca. I nuovi alberi sono stati già ordinati, ma ora, visto il simpatico equivoco del tiglio, si valuta la fattibilità di ripiantumare proprio un tiglio anziché le specie che vi erano prima. L’area fu risistemata ormai decenni fa, e la pavimentazione apposta attorno alle piante ha certamente soffocato, nel tempo, le radici delle piante originarie ed è possibile concausa della morte delle stesse.
Le foto della pianta secca e non protetta sono state fatte proprio, come detto, dal settore comunale che si occupa del verde al fine di provvedere al ripristino della stessa nei periodi previsti dal ciclo di vita delle piante e dalle prescrizioni di legge.
Nel caso del vicolo Sant’Andrea, come spiegato, non esiste alcun caso del “tiglio scomparso”. Certamente sul decoro urbano si può fare sempre meglio ma la bellezza di questa zona di Assisi francamente non appare compatibile con l’immagine di trascuratezza dell’area stessa. L’amministrazione comunale, grazie all’azione del vicesindaco Valter Stoppini con delega alle manutenzioni e al verde, ha prodotto atti concreti e stanziato molte risorse per il verde è la riqualificazione delle aree pubbliche della città, del centro storico ma anche delle tante e vitali frazioni del nostro territorio.
L’Amministrazione comunale punta da sempre sulla sostenibilità ambientale e lo dimostrano i tanti interventi fatti nel settore, a cominciare dalla riqualificazione delle aree verdi di tutto il territorio comunale (ben 27 con 500 mila euro) e il programma per le potature dell’intero patrimonio arboreo e per il reimpianto degli alberi (finanziato con 300 mila euro)”.