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Assisi, Perugia, Spoleto: Claudio Baglioni nei teatri umbri con il suo “Dodici Note Solo Bis”

PERUGIA – Prosegue in tutta Italia ilDODICI NOTE SOLO BIS, il tour di CLAUDIO BAGLIONI nei maggiori teatri lirici e di tradizione d’Italia. Baglioni sarà ad Assisi, al teatro Lyrick l’8 febbraio;  a Perugia, teatro Morlacchi il 9 febbraio, e a Spoleto, Teatro Nuovo Menotti, il 10 febbraio. Dopo il grandissimo successo di “DODICI NOTE SOLO”, gli appuntamenti dal vivo di DODICI NOTE SOLO BISvedranno nuovamente Baglioni – voce, pianoforte e altri strumenti – con le composizioni più preziose del suo repertorio, protagonista assoluto del concerto più appassionante della straordinaria carriera di un artista sinonimo di grande musica e poesia, vincitore del Premio Tenco 2022.

La fase della maturità artistica di Claudio Baglioni è comunque appassionante e intensa di ispirazione. Consapevole che le sue canzoni sono ormai dei classici della canzone italiana, le ripropone in una formula vicina all’unplugged, in versioni che mantengono intatte linee melodiche e testi entrati ormai di diritto nell’immaginario collettivo.

Ma è lo stesso Baglioni a commentare il suo ritorno in tour con “Dodici Note Solo Bis”: “Con Dodici Note Solo, ho percorso 25.000 km in cento giorni cantando e suonando per sei sere a settimana. Senza mai provare un istante di noia o stanchezza. Senza mai cadere nella trappola della ripetitività. Teatri bellissimi e spettatori attenti ed entusiasti sono stati lo spettacolo per i miei occhi e le orecchie. Io ci ho messo la voce, le mani, il cuore. Gli altri le emozioni, le grida e gli applausi. Così che ogni concerto fosse speciale e si potesse ricordare. Sono alla fine di una lunga e fantastica avventura umana e professionale. Ma non termina qui. Se il pubblico chiama, l’artista torna in scena, ringrazia e concede il bis”.

“Mi sono goduto i kolossal con centinaia di persone in scena, ma qui c’è una dimensione intima, da camera. 72 concerti, tutti debutti, niente repliche. Vado a cercarmi il pubblico città per città godendomi la meraviglia dei teatri all’italiana. Tante canzoni, sempre poche per le oltre 300 che ho scritto, e la possibilità di cambiare scaletta ogni sera, per complici solo un pianoforte un piano elettrico ed un digitale: un valzer nel tempo”.

“Quando vado in scena mi metto nella condizione di creare un po’ di meraviglia, di stupore. Intendo questo lungo giro di concerti come un modo per rianimare le nostre vite con la musica dopo il lungo, difficile, doloroso silenzio imposto dalla pandemia. Ai miei occhi è come se i teatri, coi loro balconi, le loro logge, i loro palchi, diventassero delle corti in cui radunare e far incontrare le persone, sorprendendole… a mani nude”

“Ho preso un pianoforte e l’ho diviso in tre, sono diventate tre tastiere, una delle quali è un pianoforte digitale-acustico, le altre due sono tastiere che si avvalgono di un’effettistica. Cerco di portare da solo un’orchestrazione fatta quasi di stati d’animo, di riverberazioni, di aggiunte, lontane però anche presenti all’orecchio degli ascoltatori.”

“Certe volte la scaletta vorrei farla con un’estrazione a sorte proprio per non incorrere nella problematica di prendere decisioni. Ho scelto di narrare questo tempo lungo attraverso tre stazioni, quella del passato, quella del presente e quella del futuro. Ci sono tre strumenti con tastiera, una è un pianoforte digitale-acustico, le altre due sono macchine da suono. Cerco di creare un racconto attraverso le diverse timbriche e la scelta di alcune canzoni, alcune tra le più popolari, ma altre invece anche di “seconda fila”, cioè quelle che io ritengo tra le cose migliori che sono riuscito a fare, e le snocciolo un po’ come in un calendario al contrario, un orologio che le lancette le porta indietro.”

“Apprezzo il Premio Tenco anche se elitario, nel senso buono, penso che si giusto. Anche il Festival di Sanremo iniziò così, quando si è trattato di organizzare il mio Festival di Sanremo mi sono dichiarato il primo anno Dittatore artistico e il secondo Dirottatore artistico, di un Festival fortemente musicale e non fenomenistico. Sono usciti fuori dei bei personaggi. Sono state due edizioni che hanno rotto un certo rituale e mi sembra che sia continuata.”

In merito al premio Tenco: “Non ho mai pensato di arrivare al conseguimento di un premio così ma trovo che sia un premio alla carriera ed è un segno positivo che arrivi molto tardi perché vuol dire che la carriera è ancora in esistere.

C’è stata una fretta di etichettare che forse era dovuta a una voglia di cambiare il mondo nata alla fine degli anni ’60. C’erano i militanti e chi non lo era. Pensavo che non essendo stato un incendiario ora non devo essere un pompiere.”

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