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Assisi celebra i 40 anni dell’Avis ma le donazioni sono in netto calo

ASSISI – L’Avis di Assisi intitolata a Franco Aristei ha celebrato nel 2020 i 40 anni di attività. “A nome della città – affermano sindaco Stefania Proietti e l’assessore ai servizi sociali Massimo Paggi– vogliamo ringraziare di cuore l’Avis di Assisi, i soci donatori e il consiglio direttivo, per il grande impegno che mettono da anni nel diffondere la cultura della donazione. Un particolare ringraziamento lo facciamo per il lavoro svolto in questi mesi caratterizzati da immense difficoltà a causa del Covid perché donare il sangue è solidarietà e partecipazione, è un gesto di altruismo che aiuta a salvare la vita delle persone, e dobbiamo impegnarci per far sì che tutti, in particolare le nuove generazioni, acquisiamo sempre più la consapevolezza di quanto sia preziosa la donazione”.

Questi ultimi mesi sono stati pesanti e anche le donazioni e le iscrizioni, purtroppo, ne hanno risentito. A dare qualche cifra è il presidente dell’Avis di Assisi, Roberto Gubbiotti, che segnala un calo del numero dei soci donatori; al 30 novembre 850, nel 2019 erano 972. Duecento le donazioni in meno, per la precisione poco sopra 700 quest’anno, 900 nel 2019; mentre 55 sono stati i nuovi iscritti nel 2019, quest’anno appena 24.

“Purtroppo – ha spiegato il presidente dell’Avis – il trend è sempre in diminuzione, nell’arco dell’ultimo decennio il calo delle donazioni è stato di quasi il 50 per cento. E’ quanto mai opportuno rivolgere un appello a tutti i cittadini, invitandoli a donare il sangue, perché si tratta di un atto di generosità, per esempio se mancano 3 o 4 donazioni significa non poter effettuare un’operazione chirurgica”.

“Va assolutamente coltivata e trasmessa la cultura della donazione – concludono il sindaco e l’assessore – , la strada da percorrere è ancora tanta soprattutto tra i giovani, per questo come amministrazione ci muoveremo per sensibilizzare i ragazzi in tutte le forme e i modi possibili. La solidarietà è un valore che appartiene a tutti, va inculcato fin dalla tenera età, a scuola, nelle famiglie e in tutti i luoghi di aggregazione”.

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