AMATRICE – Gli artisti e l’arte deturpata e sfregiata dal terremoto. Il primo che a nostro giudizio merita di essere menzionato e’ senza dubbio Nicolo’ Filotesio ossia Cola dell’Amatrice, nato a Filetta di Amatrice il 9 settembre del 1480/89 e morto il 31 agosto del 1547/59 pittore, scultore, architetto, ingegnere e idraulico.
La sua attività inizia nell’alto Lazio poi a Ascoli Piceno nel 1509 dove ebbe la sua abitazione e si sposo’ con la bellissima Maria. Fu allievo di Dionisio Cappelli. Lavoro’ a Roma e a Norcia. Le sue prime opere: polittico per la chiesa San Bartolomeo alle Piagge 1509; pala di Campli 1510; pala di Folignano del 1512; pala di San Vittore 1514. Nel 1524 a Perugia per l’edificazione della Rocca Paolina e a Citta’ di Castello per decorare palazzo Vitelli. Nel 1529 viene chiamato ad Amatrice per la ricostruzione della citta’ dopo la distruzione da parte degli spagnoli. Qui si mise in risalto per l’ingegneria urbanistica. Nel 1537 realizzo’ la diga di Biselli con scarso successo.
Le ultime opere portano la data del 1550. La sua firma: PICTOR ET STATUARIUS COLA AMATRICIUS. In Umbria lavorò sopratutto a Norcia nel 1539, di lui una Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Caterina e altri ventisette Santi nella chiesa di Santa Caterina, dove nell’abside realizza Cristo che Incorona la Vergine con trenta angeli; alla chiesa dell’ Annunziata, sempre a Norcia Ultima Cena con Cristo e i dodici Apostoli. A lui si attribuisce il portale della chiesa di Castelluccio di Norcia e l’altare; realizzo’ una tavola a Maltignano e a Poggio Primo Caso. Ad Ascoli Piceno ha realizzato, oltre al duomo 1539, anche la Tempera su tavola presso Madonna del Riparo del 1530 “Maria Mater Misericordia”.
Inoltre sono stati attribuiti i dipinti dell’abside della chiesa di san Giovanni Evangelista a Castellonalto di Ferentillo. Alcune delle sue opere ad Amatrice a causa del terremoto sono andate distrutte per sempre. Peccato.
Cosa dire, invece, di Vincenzo Manenti (1600 +19 marzo 1674) del borgo di Canemorto poi Orvinio, cittadina dell’alta Sabina in provincia di Rieti. Fin dalla sua giovinezza ebbe modo di conoscere Cristoforo Roncalli (Pomarancio) Attraverso la pittura del padre Ascanio. Artisticamente si formo’ alla capitale frequentando la bottega del Cavalier d’Arpino poi con il Domenichino. Nel 1629 torna al suo paese di Orvinio, producendo opere di grande pregio sullo stile del Domenichino, la pittura tonale dell’Arpino e della monumentalita’ del Roncalli. Nella città di Rieti decora la cappella di San Rocco, dipinti sulla tela nel duomo e affresca le stanze del palazzo Vescovile con le storie della vita della Madonna.
La critica, in questi ultimi tempi, gli ha attribuito gli affreschi della vita di San Francesco presso il convento di Sant’ Anna a Borbona, e i dipinti a Licenza nel palazzo dei Baroni Orsini. A Orvinio realizza le decorazioni nella chiesa di Santa Maria dei Raccomandati dove, tra l’altro, fu sepolto. In Umbria ha lavorato presso Norcia, tela Madonna col Bambino e Santi alla Basilica di San Benedetto; presso la chiesa di Sant’ Agostino dipinto raffigurante la Crocifissione di San Pietro; a Campi di Ancarano chiesa di San Benedetto, ha realizzato una tela raffigurante la Madonna del Rosario; ad Aliena nella chiesa di Sant’ Eutizio, tela con Sant’ Eutizio e Lorenzo; a Calvi chiesa di Santa Maria, Sposalizio della Vergine.