FERENTILLO – Gli antichissimi affreschi che adornano l’ abside e il catino absidale nella chiesa dell’Abbazia di San Pietro in Valle, grazie ad un contributo della Fondazione Carit presto saranno recuperati, ma c ‘è una presa di posizione a riguardo su chi dovrà mettere mano al recupero di questi importantissimi affreschi. I dipinti attribuiti al cosiddetto Maestro di Eggi che li realizzò attorno al 1444 su commissione dagli Abati Ancaiani, come ad esempio Paulus D. Ancaianus, occupano tutta la superficie dell’abside e raffigurano tra l’altro tutta la serie dei personaggi che hanno dato vita alla stessa abbazia compreso Lazzaro e Giovanni.
L’affresco si sviluppa su quattro registri. Nella calotta il Cristo pantocratore con angeli; nel secondo registro gli Apostoli, la Madonna col Bambino e angeli; seguono le figure di Santi Abati con Maziale, Eleuterio, Lazzaro; San Benedetto tra i Santi Abati Placido e altri Abati come San Mauro e l’Abate Giovanni. L’ ultimo registro è risolto con decorazioni geometriche, che si sovrappongono ad altri affreschi ancora più antichi. Questi dipinti, necessitavano da tempo di un sostanziale recupero, come tutta la struttura dell’abside che presenta un progressivo cedimento dell’ intonaco.
Accogliamo l’appello rivolto alla Curia Arcivescovile di Spoleto, alla stessa fondazione Carit, alla Parrocchia e al Comune di Ferentillo affinché l’impresa che dovrà occuparsi del recupero e restauro sia qualificata e abilitata ad intervenire su questi importanti capolavori dell’arte umbra, come e’ avvenuto, ad esempio per opera dell’Istituto Centrale del restauro, che in modo perfetto ha ridato vigore al ciclo di affreschi pregiotteschi antecedenti il Cavallini della prima metà del XII secolo che adornano le pareti laterali dell’aula basilicale. Un grande patrimonio che deve essere salvaguardato e tutelato per ancora tantissimi anni.