Eccoci dopo tanto lavoro ci siamo, è il primo vero giorno di festa: il pesce è pronto per finire in forno, i cappelletti sono nel surgelatore, il brodo già borbotta, i dolci sono stati scelti e preparati con cura.
È ora di occuparsi dell’allestimento della tavola.
Mia mamma mi ha insegnato a ricevere gli ospiti in un ambiente piacevole, che ricordi il motivo dell’incontro ma che non sia mai troppo carico. In parole povere non dobbiamo trovarci a nuotare in un fiume di aghi di pino, palle colorate e stelle di Natale ma percepire l’aria della festa attraverso colori, profumi e riferimenti piacevoli.
La tavola della Vigilia, mi piace che ricordi il mare. Quest’anno ho scelto una tovaglia sui toni dell’azzurro, è semplicemente un tessuto che ho comprato a Bali tanti anni fa e che ha dei disegni Batik che ricordano le onde. Semplici piatti azzurri, bicchieri di cristallo e posate da pesce.
Sarà il centrotavola a ricordare il motivo della riunione: un contenitore di legno colmo riferimenti natalizi e le immancabili candele.
Il 25 mi piace vestire la tavola di colori, rosso compreso. Una tovaglia africana, un centrotavola divertente, bei calici e semplici bicchieri verdi. I piatti sono quelli di casa, bianchi con l’uva a rilievo, fatti a Deruta e che mi accompagnano da sempre che sia festa oppure no.
Amici e parenti arrivano, si sorseggia un bicchiere e ci si siede a tavola. Il rito comincia, i cuori si scaldano e le papille scalpitano. Ai primi assaggi i sorrisi dei commensali. I piatti escono secondo in un rituale che si ripete ogni anno ma che ogni anno è uguale solo a se stesso.
La preparazione, magistralmente organizzata dall’intera famiglia, trova finalmente la sua sistemazione, si definisce e si consuma in un attimo di grande intensità.
Auguri.
A domani.