Anche un inedito di Gerardo Dottori alla mostra in Pinacoteca comunale di Città di Castello dedicata all’artista perugino

CITTA’ DI CASTELLO – In mostra a Città di Castello il futurismo umbro di Dottori, che sarà visitabile fino al 24 novembre alla Pinacoteca Comunale, nella Event Room del museo tifernate. La mostra, inaugurata venerdì11 ottobre, ha aperto la serie di eventi che Città di Castello dedica per la prima volta alla XX Giornata Nazionale del Contemporaneo, promossa dal Ministero della Cultura e dall’associazione Amaci.

 

La mostra, a cura dello storico critico dell’arte Lorenzo Fiorucci arriva in occasione dei 140 anni dalla nascita di Gerardo Dottori (1884 – 1977) e offre una prospettiva nuova e stimolante su uno degli artisti di origine umbra che ha più osato nel suo percorso artistico. Il percorso offerto al visitatore approfondisce il rapporto tra Dottori e l’allievo futurista Alessandro Bruschetti che negli anni Trenta e Quaranta ha alloggiato a Città di Castello e ha portato Dottori più volte in visita, contribuendo a stimolare la ricerca del giovane allievo. Dall’altro indaga la presenza espositiva di Dottori a Città di Castello a partire dalla prima mostra organizzata nel 1967 dalla galleria il Pozzo di Novello Bruscoli, in cui presenziò lo stesso Dottori.  A questa prima mostra ne seguirono almeno altre due, post mortem, organizzate dalla Galleria delle Arti di Luigi Amadei (1982 e 2004) e poi ancora al Pozzo nel 1986.

 

 

La mostra ha consentito anche di recuperare un inedito di Dottori, ritrovato dallo storico dell’arte Lorenzo Fiorucci proprio in una collezione privata tifernate, si tratta di un Arabesco Dinamico fatto con idromatita del 1930.  La mostra si costruisce essenzialmente sulle opere presenti in città, 12 pezzi più materiale di archivio, cataloghi e fotografie che documentano il clima di fervente vivacità culturale, soprattutto tra gli anni 60 e 80 del secolo scorso che la città sperimentava.

Ai microfoni di Vivoumbria Lorenzo Fiorucci, storico dell’arte e curatore della mostra, ha spiegato perché è importante dedicare una mostra a un artista del calibro di Dottori:

 

“Nel 1912 Dottori aderisce al Futurismo è una figura chiave che ha contribuito a rinnovare la pittura e la percezione della pittura del Novecento in una regione come l’Umbria che per risulta un po’ attardata da certi punti di vista. Le avanguardie in tempo reale all’inizio del Novecento arrivavano in altre grandi città ma l’Umbria ha avuto comunque la sua occasione.

 

Con l’adesione di Dottori al Futurismo si fa strada anche in Umbria quella è che è l’idea di velocità e di modernità quindi un’idea di proiezione verso un futuro che sta cambiando. Dottori porta in Umbria queste istanze e lo fa da innovatore. Vedremo infatti che alla fine degli anni Venti con il Manifesto dell’Aeropittura, Dottori reinventerà un modo di raffigurare e interpretare il paesaggio dall’alto, interpretazione che veicola l’idea assoluta di modernità”.

 

 

Qual è la particolarità di questa mostra?

 

“L’esposizione che ho pensato si inserisce nel filo della valorizzazione del collezionismo privato tifernate. In mostra c’è un vero e proprio tesori di 12 opere presenti in città, cataloghi, fotografie e materiale d’archivio che ci restituiscono tante sfaccettature dell’epoca in cui Dottori viveva e portava avanti la sua attività artistica. In particolare, Città di Castello, negli anni ’60 e ’80 fu un centro molto attivo e vivace culturalmente parlando. La sinergia tra realtà pubblica e privata è ciò che ha permesso la realizzazione di questa mostra e questo connubio è molto importante per la realtà umbra.

Ancora oggi Dottori ci parla e rappresenta i paesaggi e la realtà con un occhio tutto suo che ci invita a guardare oltre. Lungi dall’essere un simbolo politicamente strumentalizzato infatti, Dottori e il Futurismo in generale, hanno sempre voluto veicolare un messaggio che andava al di là di una idea politica o di un contesto che era, appunto, quello legato alla Guerra. Un artista così di spicco per la realtà umbra potrebbe essere valorizzato in molti modi, ad esempio creando un percorso dedicato a lui che attraversi tutta la regione. Dalla sua casa natale di Perugia, ai luoghi che gli furono più cari. Un’idea che favorirebbe il turismo artistico non solo a livello locale ma nazionale e internazionale.”

 

Federica Mastroforti: Perugina con un’anima nomade grazie alla quale scopro storie e provo a raccontarle. Comunicatrice del Terzo Settore, appassionata di fotografia e aspirante giornalista pubblicista.