Cerca
Close this search box.

Alla Stranieri di Perugia toccata con mano la grande eredità di Silvia Rizzo, filologa e bibliofila d’eccezione

 PERUGIASono stati Monica Berté dell’Università di Chieti-Pescara, Maurizio Campanelli dell’Università di Roma “La Sapienza”, Laura Refe e Gustavo R. Rella dell’Università per Stranieri di Perugia, a ricordare i molteplici interessi e il valore culturale dell’eredità lasciata da Silvia Rizzo, figura umana e scientifica di grande spessore, filologa dell’Università di Roma “La Sapienza”.

 

Un pomeriggio affollato, quello di  oggi 5 dicembre, che si è ritrovato nell’aula VI di Palazzo Gallenga, dove si è sottolineato l’amore per i libri che aveva e che ha prodotto un cospicuo e pregiato fondo librario che è stato acquisito in parte dall’Accademia dell’Arcadia di Roma e in parte dell’Università per Stranieri di Perugia.

Unanimemente considerata una delle più rilevanti figure degli studi sulla letteratura latina del Tre e del Quattrocento, Rizzo ha realizzato numerosissime pubblicazioni che sono divenute fondative in questo settore scientifico. Ma per i non addetti ai lavori l’eredità più grande di questa studiosa è l’«audace sogno» – come lo definì lei stessa – di destinare la sua immensa biblioteca alla fruizione pubblica, affinché i suoi libri «continuassero anche in futuro – sono parole sue – a soddisfare la fame di giovani e meno giovani innamorati della cultura».

La biblioteca di Silvia Rizzo è frutto di aggregazioni progressive: al cospicuo fondo familiare, del nonno e dei genitori, si aggiungono negli anni i tomi acquisiti dalla docente. All’Università per Stranieri di Perugia giungono i libri moderni della sua biblioteca, circa 8000 pezzi.

 

I volumi finora estratti dai colli occupano gli scaffali dei depositi della Palazzina Valitutti per 140 metri lineari. Vi compaiono opere che approdano a Perugia per la prima volta e che dunque su territorio regionale si troveranno solo all’Università per Stranieri di Perugia.

“Quello di oggi – ha detto la prof.ssa Laura Refe, ricercatrice di Filologia della Letteratura italiana presso Unistrapg e promotrice dell’evento – oltre ad un tributo a Silvia Rizzo, è stato un momento di riflessione sulla sua eredità e un’occasione per ribadire il valore dei libri e dello studio sui libri”. Ma tra gli interventi che si sono susseguiti nel pomeriggio dedicato alla studiosa, quello che più ha attratto l’uditorio è stato forse quello di Maurizio Campanelli, che insieme a Monica Berté è stato allievo della Rizzo: “Era capace di trasmettere in modo immediato l’amore per i libri – ha sottolineato il docente – fissando i criteri dell’etica culturale ad essi legata, nel dire che i libri non sono solo di chi lo possiede e che chi possiede libri deve curarli e preservarli per consegnarli alle generazioni future; poiché possederli non è solo un piacere, ma è anche una responsabilità civile e culturale”.

Articoli correlati

Commenti