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Alla scoperta dell'Umbria etrusca

Arco Etrusco - Fonte: Wikimedia Autore: Ciclista Licenza: CC BY-SA 3.0 Unported

Ci sono storie lontanissime nel tempo, antichi racconti di civiltà perdute che poco sembrerebbero avere a che fare con noi e con il nostro presente. Tuttavia, avvicinandoci a questo passato, non solo possiamo scoprire un’infinità di cose sorprendenti, ma anche restare meravigliati della vicinanza che intercorre tra noi e i nostri antenati. Si rimane facilmente stupiti nello scoprire che molto di quello che oggi riconosciamo come “umbro” era stato già delineato nelle sue caratteristiche principali secoli e secoli prima della nascita di Cristo da tante diverse popolazioni che abitavano la regione. Il popolo umbro è stato riconosciuto da molti studiosi come il più antico dei popoli italici, ma non era di certo l’unico ad aver abitato la regione. Oltre agli umbri, cui la regione deve il nome, molta importanza storica viene riconosciuta anche al popolo degli etruschi.

La civiltà degli etruschi vede le sue origini intorno al XI secolo a.C., mentre la sua scomparsa viene collocata dagli storici intorno al I secolo a.C., periodo nel quale gli etruschi vennero completamente assimilati al popolo romano sotto il dominio capitolino. Nonostante questa assimilazione, gli etruschi non persero mai molti dei loro tratti più salienti, anzi, influenzarono moltissimo i romani e la loro cultura latina, che ha un profondissimo debito nei confronti degli abitanti dell’Etruria. Così era infatti chiamata la regione in cui erano stanziati gli Etruschi, una zona che in modo approssimativo corrisponde all’attuale Toscana, al Lazio centro-settentrionale e all’Umbria occidentale. Visitando questa parte dell’Umbria possiamo trovare ancora moltissime tracce di questa civiltà antichissima, piena di misteri, ma anche incredibilmente avanzata e per molti aspetti modernissima.  Fonte: Wikimedia Autore: MM Licenza: CC BY-SA3.0 Unported

 

Gli Etruschi vivevano in città-stato tra loro autonome, indipendenti l’una dall’altra, accomunate dalla lingua e dalla religione. Tra queste, dodici città si confederarono tra di loro, formando quella che gli storici chiamano dodecapoli etrusca. Tracce di questi antichi centri urbani li ritroviamo in diversi luoghi dell’Umbria e nelle zone limitrofe, in particolare nei pressi del lago Trasimeno, che prende il suo nome attuale proprio dall’antica denominazione etrusca, Tarsminas. Tra queste città, una che spicca in particolar modo è quella di Chiusi, che si trova nella zona sud-ovest rispetto al lago. Intorno al V secolo a.C. qui governò il re etrusco Porsenna, noto per aver sfidato Roma, mettendola sotto un durissimo assedio.  Molti dei reperti risalenti a questo periodo sono oggi conservati nel Museo nazionale etrusco di Chiusi. Il biglietto al museo include anche l’ingresso a due note tombe etrusche, la tomba del Leone e la tomba Pellegrina, quest’ultima particolarmente celebre per avere al suo interno urne e sarcofagi ancora al loro posto originale. Dal museo è inoltre possibile prenotare una visita alla Tomba della Scimmia, che si distingue per il suo prezioso ciclo di pitture parietali, e alla Tomba del Colle. Dal Museo della Cattedrale si accede inoltre al Labirinto di Porsenna, un percorso sotterraneo di centotrenta metri di cunicoli, appartenenti ad un complesso sistema idraulico etrusco, che si snoda sotto la città di Chiusi.
Tutta la zona del lago Trasimeno abbonda di siti archeologici etruschi importantissimi e si è distinta per ritrovamenti archeologici eccezionali, in particolare nei dintorni di Castiglione del Lago, Magione, Corciano, Passignano e Tuoro.

Risalendo verso nord si arriva ad una delle più importanti città della dodecapoli etrusca, la città di Perusna, oggi nota come Perugia.
Per anni la storiografia e l’archeologia hanno interpretato la civiltà etrusca come una civiltà funerea, sotterranea, strettamente legata alle sue tombe e al culto dei morti. Questo perché le tombe sono gli edifici etruschi che meglio si sono conservati nei secoli, rimanendo pressoché intatte, a differenza di altri edifici dell’epoca. In realtà secondo nuove ricostruzioni gli etruschi erano una popolazione estremamente vitale, gioviale e amante del buon vivere. Il capoluogo della regione rappresenta un unicum per la sua ricchezza di patrimonio archeologico etrusco proprio perché ci mostra molto della vita “terrena” di questo popolo. A Perugia infatti, oltre ad una vastissima necropoli extraurbana, possiamo ammirare anche resti etruschi visitando l’imponente cinta muraria della città, l’Arco Etrusco, il Pozzo Etrusco e la Porta Marzia. Da visitare anche il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, museo ricchissimo, che conserva ritrovamenti unici nel loro genere e rappresenta la più grande istituzione museale in materia.

 

Un altro insediamento importantissimo all’epoca era quello di Velzna, città oggi nota con il nome di Orvieto. Secondo degli scavi compiuti negli ultimi decenni, sotto la rupe sulla quale sorgeva l’antica città etrusca, si trovava un piccolo altopiano noto con il nome di Campo della Fiera, sul quale era stato eretto un importantissimo tempio in tufo, pozzi e fontane, un muro di cinta e due strade. L’antica Orvieto era una delle città più importanti della civiltà etrusca, una capitale, l’ultima delle città etrusche a capitolare sotto il giogo del potere di Roma. Ad Orvieto si possono ammirare santuari e necropoli, tante costruzioni sotterranee, ma anche due musei come Il Museo Nazionale Etrusco e il Museo Civico con la collezione Claudio Faina. Arte_etrusca sarcofago di thanunia seianti - Fonte: Wikimedia Autore: Sailko Licenza: CC BY-SA 3.0 Unported

 

Attraverso i reperti esposti possiamo capire moltissimo della vita quotidiana degli Etruschi. Dagli oggetti della tavola possiamo ricostruire la loro alimentazione e le loro abitudini. Mangiavano molti legumi e cereali, integrandoli con selvaggina, carne di maiale e di cinghiale, pesce e derivati del latte. I loro usi a tavola erano piuttosto raffinati per l’epoca, tanto che facevano già uso di quella che potremmo definire un’antenata della forchetta, utilizzata soprattutto per tagliare la carne. La loro raffinatezza si deduce anche dai loro gioielli, dagli abiti con ricami in oro, dalle calzature in cuoio o in stoffa anche questa finemente ricamata. Spesso le loro scarpe avevano una punta che ricordava molto le calzature orientali. Non è un caso che nell’antichità i romani usassero l’espressione “vestire all’etrusca” per indicare un abbigliamento piuttosto elegante e ricercato. La vita mondana degli Etruschi era piuttosto intensa, lo deduciamo dalle loro pitture che spesso raffigurano banchetti sontuosi e feste di ogni genere. Amavano molto giocare al cottabo, praticavano una sorta di corrida e il gioco della pertica, molto simile all’albero della cuccagna ancora oggi diffuso in molte zone dell’Europa. Tra i ritrovamenti archeologici anche molti dadi. Quello dei dadi è un gioco le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Proprio nelle tombe etrusche sono stati rinvenuti alcuni degli esemplari più antichi di questo tipo di oggetto, per lo più costruiti in osso. Stupisce anche la libertà e il grande potere che avevano le donne etrusche, possidenti di terreni e imprenditrici, molto attive nella vita politica e civile delle loro città rispetto alle loro coeve di altre popolazioni, come ad esempio le donne greche, che vivevano buona parte della loro vita all’interno delle mura domestiche.

Per conoscere di più queste feste e questi passatempi diventa molto interessante assistere a rievocazioni storiche a tema. Da tempo ormai, nel mese di settembre, si tiene con grande successo un evento che è diventato un vero appuntamento per gli abitanti di Ponte San Giovanni, e non solo, chiamato Velimna, gli etruschi del fiume”. Ogni anno un corteo storico sfila riproponendo scene di vita etrusca, spesso seguendo un preciso filone tematico come cibo, sport, giochi, vino, moda e molto altro ancora. Rivivono le abitudini dei Volumni, importantissima famiglia etrusca del passato, coinvolgendo abitanti del luogo e turisti, che apprezzano con crescente entusiasmo questa riscoperta delle radici storiche dell’Umbria. 

Tomba dei Leopardi - Fonte: Wikimedia Autore: memedesimo Licenza: 3.0 Unported, 2.5 Generico

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