SPOLETO – Nel pomeriggio di ieri, 1° ottobre, “nel punto più alto” di Spoleto si è tenuto il convegno intitolato alla finanza, alle donne e all’Umbria su iniziativa di Azimut e Impresa Eccezionale. Così la Rocca Albornoziana si è aperta alla finanza straordinaria per le imprese guidate dalle donne. Per la società che si occupa di consulenza e soluzioni di investimento erano presenti la consulente finanziaria Mila Penchini e il manager territoriale per Umbria e Marche Marco Campagnacci, mentre per l’imprenditoria femminile la managing partner di Studio Corvi Credit & Solutions srl curatrice del progetto Marica Corvi. L’obiettivo è ambizioso ed è iniziato con una prima tappa il 6 marzo scorso a Roma in Senato: mettere in relazione le imprese guidate da donne per favorire una rete fatta di conoscenze ed esperienze.
Ospiti del Salone Antonini, ieri, oltre ai già citati, la presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Umbria Ilaria Caporali, della Meta Group Anna Amati, il presidente Confassociazioni Angelo Deiana, per la Bdb Network Fulvio Italiano e Silvia Vianello che è stata insignita del Premio speciale per l’eccellenza delle Donne Leaders nel mondo globale.
Il convegno dal titolo “De’ remi facemmo ALI”, dall’Inferno di Dante, nelle parole introduttive di Marica Corvi significano e spronano “al folle volo dell’imprenditore” il quale, per investirsi di conoscenze, si armerà di studio e competenze perché “ciò gli permetterà di avere un altro tipo di sguardo sulle cose e sui progetti”. Partire dunque dalla formazione, grazie alla quale potrebbe essere possibile costruire nuove opportunità di crescita imprenditoriale.
In questo contesto, non si è fatto riferimento alla finanza straordinaria come elemento di un’operazione aziendale ma all’eccezionalità cumulativa delle donne all’interno di un’impresa. Fondando l’accezione sul titolo strategico e sull’orizzonte di Ulisse, la donna diventa un tema sociale e linguistico cui riferirsi, colei che essendo abituata dal contesto civile e patriarcale a gestire più nodi e a risolvere problemi di varia natura fa parte di una rete che per il futuro indica già la soluzione.
Per non esaurire il discorso in un atipico femminismo finanziario, le testimonianze dirette hanno sostenuto il numeroso pubblico accorso. “Nella vita quello che conta è per il 10% quello che ti succede, per il 90% come reagisci” commenta Silvia Vianello mentre prega il pubblico di fare un applauso a sua madre che per una sorpresa fattale degli organizzatori le si è trovata accanto, “io non sono eccezionale, lei lo è, lo sono le donne che danno supporto con determinazione, coraggio e autostima nonostante il sacrificio e la lontananza”. Donne che con partecipazione e responsabilità cercano di trovare spazio in un paese come il nostro, spesso ancorato ai pregiudizi del passato o che dovrebbero appartenere al passato. Come la scelta della famiglia o della carriera, decisione che viene interpretata nelle ultime fasi del convegno dall’attrice romana Cinzia Leone, standing ovation per la resistenza. Lei identifica il problema raccontando la storia di una donna che in un noto programma televisivo lamentava della decisione che il compagno le stava chiedendo di prendere: il lavoro o la famiglia, impossibilitato a considerarle entrambe. È questa, per Cinzia Leone, la “galera dell’ignoranza” dove viene negata la possibilità dell’identificazione, “costruisci un castello di sabbia ma nessuno lo ha visto perché l’onda lo ha portato via”, dice annoverando tra le cause l’annientamento psicologico e i sensi di colpa “per non essere stata capace di esistere”. Eppure in questa storia che lei racconta con semplicità insieme alla sua (il miracolo scaturito dalla condanna di un aneurisma), sussiste un fatto eccezionale che va oltre la realtà usurpata dalla malattia ed è quello che lei chiama “coraggio espansivo”. Spunta così l’esempio della donna che cresce, che investe e che reagisce, tra una risata e un pianto per aver “ricostruito tutto dalle macerie”.