TERNI – In occasione della festività di San Valentino patrono della città di Terni chi è che in questi giorni non ha visitato la basilica dove riposano le spoglie del Santo dell’ Amore universale? Credo che tutti i ternani, una volta nella vita, abbiano varcato il portone della Basilica Valentiniana e si siano persi nell’ammirare le opere d’arte in essa contenute.
Lo sguardo, senza dubbio, cade sulla prima cappella della navata, un tempo juspatronato della nobile e facoltosa, oltre che prestigiosa, famiglia ternana degli Sciamanna.
Ma andiamo con ordine. La cappella, possiamo dire monumentale, è dedicata a San Michele Arcangelo. L’altare (nella foto di copertina) è stato realizzato tutto in marmo policromo. La pala di altare, dipinto su tela, raffigura appunto l’Arcangelo Michele che uccide il demonio (nella foto).
Michele indossa la classica corazza da guerriero romano di color azzurro, con tanto di elmo che lascia scendere sulle spalle la folta capigliatura bionda; con la mano destra impugna la classica lancia; alle spalle un mantello rosso paonazzo che lascia intravedere le scure ali piumate. Lucifero, sdraiato a terra, viene insidiato sulle spalle dall’ Arcangelo Michele. Bellissima ma austera espressione del volto dell’Arcangelo fiero di domare e poi, uccidere Lucifero. Come detto, il dipinto è incastonato in marmi policromi dell’ altare della famiglia Sciamanna. Due colonne laterali con capitello corinzio danno solennità al tutto, trabeazione liscia e a volute.
L’autore del dipinto è Giuseppe Cesari detto Cavalier D’Arpino (foto sopra) manierista, che per la sua talentuosita fu definito: PICTOR UNICUS TORUS ET EXCELLENS AC PRIMARIUS ET REPUTATUS. Nacque A Roma nel febbraio del 1568 e morì sempre a eroga il 3 luglio del 1640. Il padre Mizio Cesari fu maestro dello stesso Michelangelo Merisi da Caravaggio. La nobile famiglia degli Sciamma, con tanto di palazzo nel centro storico cittadino, ha voluto imprimere la sua presenza beneficando la cappella con due monumenti assai preziosi a livello artistico e storico.
Sulle due pareti troneggia i busti e lapidari di Ludovico Sciamanna e Brunoro Sciamanna (nelle foto).
Il lapidario riporta tutti i titoli e le gesta dei due illustri personaggi con tanto di stemma quadripartito.
Nel primo e nel quarto un albero ramificato nel secondo e terzo tre bande oblique o più identificati fiumi scorrenti (foto sopra).