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Al via stasera ad Assisi “Jam-Concerti Instabili”, tre giorni di musica senza confini

ASSISI – La musica ha sempre trovato accoglienza al Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi anche per l’eccezionale acustica che lo contraddistingue. Così appare del tutto coerente con la linea artistica impressa da Fulvia Angeletti che sia nata anche questa originalissima rassegna di tre giorni, da stasera a domenica, dal titolo “Jam-Concerti Instabili” che rientra nella Stagione 2024/25 “Gli strumenti umani”.

Tre gli appuntamenti, dunque, in cui si alterneranno sul palcoscenico proposte musicali diversissime fra loro. Per l’occasione il Teatro si trasformerà in un vero e proprio Music Club a lume di candela, dove poter gustare un drink. Di questo e altro, come nostra consuetudine, parliamo con Fulvia Angeletti.
– Sarà un inteso week end all’insegna della musica…
Coerente con la lunga tradizione del Piccolo Teatro degli Stabili che fin dalla sua apertura ha proposto concerti, anche perché il teatro ha un’acustica perfetta. Tanti artisti hanno confermato che si tratta del luogo ideale dove poter registrare.
– Perché proprio Jam-Concerti Instabili?
Per richiamare lo spirito delle jam session, le unioni di musicisti che si ritrovano per dare vita a performance uniche, originali, senza avere nulla di necessariamente preordinato. Tanto che i tre spettacoli che presentiamo in questa prima edizione del festival propongono generi diversi.
Abbiamo pensato di proporre il nostro festival proprio in questo periodo dove, rispetto all’estate che è intasata di date, le rassegne musicali tutto sommato scarseggiano.
– Portate musicisti con alcuni dei quali il Piccolo Teatro degli Instabili ha già stretto contatti in passato.
Esatto e con i quali ci piace collaborare in progetti stimolanti.
– Iniziamo dal concerto di stasera?


Sul palco salirà alle ore 21,15 un grande pianista come Manuel Magrini e con lui Pietro Paris al contrabbasso e presenteranno il concerto “Morning routine”, un progetto che racconta il rapporto speciale tra questi musicisti accompagnati in questa occasione speciale da Cosimo Boni alla tromba, e le tradizioni musicali dalle quali provengono.
La musica che presentano racconta di una quotidianità condivisa con i grandi compositori e con i grandi improvvisatori della storia del jazz, di una consuetudine mattutina fatta di prove, dialoghi e scambi sul materiale musicale per cui si nutre un affetto del tutto fuori dall’ordinario, di una personale e costante ricerca sostenuta da una lunga amicizia.
Il concetto che ruota intorno a questo progetto è quello di esprimere un proprio punto di vista su alcuni dei brani che hanno accompagnato la storia musicale di questi interpreti. Ed è proprio attraverso questo incontro che la musica si condensa intorno ad un repertorio in cui gli accostamenti sono talvolta inaspettati quanto divergenti: Chick Corea e Nick Drake, Elliot Smith e Thelonious Monk, Toninho Horta e Duke Ellington; quasi a testimoniare un desiderio di musica che arrivi dalle direzioni più disparate.
– Seconda serata, sul palco un trio davvero interessante…

Direi proprio di sì. Sabato, sempre alle ore 21.15, sarà infatti la volta del trio “Soma” composto da Peppe Frana che suono oud e robab afghano, Ciro Montanari tabla e percussioni e Masih Karimi tanbur e daf.
Tengo a precisare che di fatto questo concerto sancisce l’esordio di questo progetto musicale impegnato da anni nella ricerca attorno alle tradizioni musicali extraeuropee. Il tanbur è il liuto sacro dello Yarsanismo, una religione sincretica di origine medievale che combina elementi di misticismo islamico con pratiche e credenze pre-islamiche. Tra i suoi usi principali, tra l’altro, c’è l’accompagnamento musicale del raduno mistico noto come Jam, dove un complesso rituale alterna il canto corale alla condivisione di pasti specifici, prima consacrati come offerte cerimoniali, poi consumati.
L’idea del sacrificio per ingestione trova il suo archetipo nel Soma delle scritture vediche, la bevanda apportatrice di salute e immortalità che l’eroe assume per prepararsi al suo compito. Il simbolismo del Soma rivela così la concezione della vita come ciclo di distruzione e rinnovamento: ciò che viene divorato va a costituire il nutrimento necessario all’atto creativo.
Il Soma in questo caso è lo studio dei repertori musicali e dei linguaggi dell’area indo-persiana da cui scaturiscono queste composizioni originali.
– Tra l’altro Peppe Frana ha un rapporto saldo con Assisi, con gli Instabili e con l’ensemble Micrologus di Patrizia Bovi, Gabriele Russo e Goffredo degli Esposti.
Con Peppe Frana noi degli Instabili abbiamo collaborato a una produzione con lo Stabile dell’Umbra, con Giulia Zeetti e Francesca Breschi, “Cantico”, e di cui Peppe Frana ha curato le musiche. Peppe per di più è un musicista che lavora in tante formazioni e anche con il Micrologus, quindi frequenta Assisi da tanti anni suonando anche per il Calendimaggio ed è molto legato al nostro territorio.
Tra l’altro la sua collaborazione con Vinicio Capossela è nata proprio qui, grazie a Sergino Piazzoli che aveva organizzato un concerto memorabile di Vinicio in piazza, Basilica Inferiore, cui partecipò il Micrologus.
Fecero le prove generali del concerto proprio agli Instabili e proprio lì Vinicio conobbe Peppe Frana con tutto quello che ne è poi seguito.
– Chiude questa tre giorni degli Instabili una prima assoluta…

 

Domenica salirà sul nostro palco uno straordinario polistrumentista, musicologo e musicoterapeuta: si tratta di Gianfranco De Franco che suona di tutto, dal clarinetto, al sax, dai flauti al theremin e accanto a lui ci sarà Massimo Russo alla batteria e marimba elettronica. Questa volta il concerto è alle ore 18.
De Franco porterà al pubblico degli Instabili il progetto “Oniria Lumina”, ovvero il suo nuovo album.
Con il precedente lavoro discografico “Stellar Sunset”, presentato sempre in prima al Piccolo Teatro degli Instabili, ha avuto inizio la sua personale “Trilogia delle Ore”. Una sorta di viaggio musicale attraverso diverse dimensioni emotive e sonore, un percorso che conduce l’ascoltatore attraverso il crepuscolo, l’oscurità cosmica e la luce della rinascita. In “Oniria Lumina” il viaggio continua e si immerge nel mondo del sogno.
Suoni psichedelici ed eterei trasportano l’ascoltatore attraverso visioni immaginarie e profondità. Un’immersione in un mondo dove i confini della realtà si confondono. Un’esperienza sonora che invita ad esplorare la propria interiorità. Bagliori improvvisi, aloni luminosi e scie brillanti creano un senso di movimento perpetuo, come se la musica stessa prendesse forma in visioni astratte. L’atmosfera generale è di mistero, fascino e sospensione, un invito a perdersi in un mondo sonoro onirico e suggestivo.
– Ci sono formule di abbonamento specifiche e agevolate?
Sì. Sarà possibile acquistare biglietti per le singole serate o fare un abbonamento Jam che prevede 3 concerti a 45 euro anziché 60 o a 2 concerti a 35 euro anziché 40.

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