ASSISI – Dopo la comicità della Pozzolis Family e la danza classica del Russian Classical Ballet, primi spettacoli dell’anno, al Teatro Lyrick di Assisi sabato 11 gennaio (ore 21.15) torna alla ribalta il musical con “La Bibbia riveduta e scorretta”. Protagonisti del palcoscenico saranno Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli – gli Oblivion – diretti da Giorgio Gallione.
Nella Germania del 1455, Johann Gutenberg introduce la stampa a caratteri mobili creando l’editoria e inaugurando di fatto l’Età Moderna. Conscio della portata rivoluzionaria di questa scoperta, Gutenberg sta per scegliere il primo titolo da stampare. Al culmine della sua ansia da prestazione bussa alla porta della prima stamperia della storia un Signore. Anzi, il Signore. È proprio Dio che da millenni aspettava questo momento. Dio si presenta con un’autobiografia manu-scolpita di suo pugno su lastre di pietra e chiede a Gutenberg di pubblicarla con l’intento di diffonderla in tutte le case del mondo e diventare così il più grande scrittore della storia. Gutenberg, da bravo teutonico, è molto risoluto e sa bene cosa cerca il pubblico in un libro. Cercherà quindi di trasformare, con ogni mezzo possibile, quello che lui considera un insieme di storie scollegate e bizzarre in un vero e proprio best seller: La Bibbia. Tra discussioni infinite, riscritture e un continuo braccio di ferro tra autore ed editore, nella tipografia prenderanno vita le vicende più incredibili dell’Antico e Nuovo Testamento, le parti scartate e tutta la Verità sulla Creazione del mondo, finalmente nella versione senza censure. Per la prima volta gli Oblivion si mettono alla prova – senza che nessuno glielo abbia chiesto – con un vero e proprio musical comico. Un nuovo irresistibile show “Oblivionescamente” dissacrante che lascerà il pubblico senza fiato. Una Bibbia riveduta e scorretta.
“L’idea di raccontare come fossero andate le cose all’origine del mondo stuzzicava gli Oblivion da anni – spiegano gli autori Davide Calabrese, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli – Ad essere completamente onesti, stuzzicava solo la parte maschile del gruppo in quanto le due Oblivie, native della bassa reggiana, avevano in casa i quadri di Stalin a mo’ di santino. Noi tre Oblivi, invece, da ragazzi abbiamo frequentato con gioia le file della milizia di Gesù: c’è chi dirigeva i sacri cori e guidava i boyscout tra i sentieri della fede, chi strutturava cammini di catechesi e chi sosteneva la comunità salesiana con animazioni all’insegna dell’essere piuttosto che dell’avere. Era quindi giunto il momento di rispolverare l’essenza biblica e, abbracciata con entusiasmo la missione, ci siamo dedicati allo studio dei Testi Sacri per qualche mese. Ovviamente in modo approssimativo. Avremmo potuto studiarli per decenni e commettere comunque delle imprecisioni, quindi perché sforzarsi? E poi, perché farlo se nessuno sa veramente come sono andate le cose? La Bibbia riveduta e scorretta è uno spettacolo per tutti: è stato scritto per chi ha voglia di ridere, per chi ha voglia di porsi delle domande inutili e anche, perché no, per chi ha voglia di offendersi. Ciascuno avrà modo di soddisfare questi desideri in diversi momenti del musical. Una cosa però sia ben chiara: noi non abbiamo la pretesa di far cambiare prospettiva a nessuno, facciamo già fatica a cambiarci i calzini”.
“Molto metodo e tanta follia. Ecco gli Oblivion – racconta il regista Giorgio Gallione – Cinque straordinari “filosofi assurdisti”, cinque rigorosi fantasisti (“l’immaginazione è più importante della conoscenza”, insegna Einstein), cinque ricercatori teatrali che usano il Comico come esercizio di intelligenza critica, di irriverenza; un’arma radiografica, acuminata e gentile, per togliere polvere e noia dal palcoscenico. Cinque instancabili contaminatori, cinque sorridenti secchioni (per questa Bibbia “riveduta e scorretta” hanno studiato più di tanti seminaristi e teologi…), portatori sani di leggerezza (che non è futilità) e di rigore. Perché per rovesciare il senso occorre prima provare a capirlo. Il teatro degli Oblivion è polifonico, meticcio, seriamente ridicolo, onnivoro, citazionista, ma sempre personalissimo. Sanno usare la leggerezza (che non è futilità…) come ricerca della precisione, della sintesi, dell’agilità, della rapidità di pensiero e azione teatrale. Essere loro complice in questo viaggio biblico è euforico e mai prevedibile. Significa provare a raccontare “la storia delle storie” entrando in un universo surreale, musicale e pittorico che, come tutti i veri creatori/creativi, cerca di mettere ordine nel Caos. In questo caso, da un bislacco Big Bang a un novello Jesus Christ Superstar rapper e alieno”.
“Scegliere di fare un musical originale, smettendo così di massacrare le canzoni degli altri è stata una scelta scellerata – asserisce l’autore delle musiche Lorenzo Scuda – Ma era giunto il momento di mettere sul tavolo i nostri pezzi, in modo che qualcuno potesse a sua volta massacrarli un giorno. È una questione di sportività. La sfida è quella che il pubblico non senta la mancanza dei nostri centoni ma contiamo che siano troppo presi dall’indignazione per il vilipendio alla religione per accorgersi del cambiamento. Detto ciò, ci siamo trovati a discutere che genere di Musical fare. Non trovando un accordo, abbiamo deciso di farli tutti. Complice anche il fatto che con le basi musicali puoi permetterti di avere sonorità che variano da Vivaldi ai Rammstein, abbiamo deciso di omaggiare tutto lo scibile della storia del Musical dagli anni 20 ad oggi. Ogni scena ha un suo mondo musicale, un suo sound di riferimento. Citazioni e richiami a Cole Porter, Stephen Sondheim, Lloyd-Webber, al musical Hamilton, in un Trivial Pursuit completamente inutile in cui dare sfoggio di tutta la propria saccenza. La produzione dei pezzi è stata mastodontica. Ventidue canzoni originali. Ghironde, Zampogne, Chitarre Heavy Metal, Groove Elettronici, Orchestra Sinfonica, Orchestra Barocca con Basso Continuo, Jazz Big Band, Campionamenti di frammenti di altri musical. Tutto pur di non lavorare. L’obiettivo a breve termine ora è imparare a fingere di saper ballare. L’obiettivo a medio termine è esportare lo spettacolo all’estero, mandare 5 ragazzini bravi in giro a farlo e noi 5 stare a casa a guardare i bonifici che arrivano. L’obiettivo a lungo termine è andare in paradiso perché l’inferno sarà pieno di bigotti e sarà una noia mortale”.
Prenotazioni: Botteghino Teatro Lyrick 075 8044359 (dal lunedì al sabato dalle ore 16.00 alle 19.30)