ASSISI – Va in scena venerdì 17 maggio al Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi lo spettacolo “Dove tutto è stato perso” di Tamara Bartolini e Michele Baronio. Nella casa assediata dai tarli, ogni stanza è il racconto di un mondo ladro. Abitare dove tutto è stato preso non è comodo, e non ci rimane che tentare di correggere il momento fatale in cui ci siamo consegnati come testimoni del suo crollo imminente, finalmente crollare con lei per cercare sotto il peso delle sue polveri la possibilità di curarne le rovine.
La correzione, prova di follia ma anche di resistenza umana, si dispiega allora nella costante trasformazione di ciò che ostinatamente sopravvive, aprendo uno scenario di elementi minuti, quotidiani e personali che invitano attorno al focolare in cui la storia di ognuno s’intreccia alla storia di tutti, e da lì guardare: ripensare il mondo dall’origine per ascoltare le parole da consegnare a chi abiterà la casa dopo di noi, a chi sarà bambino, e al bambino che eravamo.
Guidata dalle biografie di adulti e di bambini incontrati tra residenze e laboratori, dalle visioni di Clément, dai sensi amorosi di Zambrano, dalla tragica delicatezza di Bourgeois e dal cosmo umano di Herzog, viene raccolta una domanda essenziale che si consegna nella sua potente fragilità straripando dallo spazio scenico: se potessimo guardare come se fosse di nuovo la prima volta, cosa vedremmo? In un paesaggio scenico e linguistico che muove a ritroso verso i suoi primi sensi, aprendo il tempo del costruire tra la Terra, l’altro e il teatro, la casa si fa corpo e il progetto un’architettura esistenziale: un cantiere davanti al quale sapere che «il noi dimora in me». Dove tutto è stato preso c’è ancora una rosa gialla, un giardino di cui prendersi cura.