PERUGIA – Martedì 20 dicembre al Museo archeologico nazionale dell’Umbria a Perugia sarà inaugurata la mostra “La via lattea. Maternità ed infanzia dall’antichità alla Collezione Bellucci”.
L’ esposizione, curata da Maria Angela Turchetti, direttrice del MANU, dell’Ipogeo dei Volumni e della Necropoli del Palazzone, durerà sino a venerdì 30 giugno 2023. Resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Perugia (Bando eventi culturali 2022), intende focalizzare l’attenzione su maternità e prima infanzia, sia nel mondo antico che attraverso gli amuleti della Collezione Bellucci, con un taglio prevalentemente antropologico e storico, attento al racconto museale, alla protezione e cura della donna e del bambino, agli aspetti della tradizione e delle credenze popolari. Il titolo ripropone un mito, ben conosciuto in ambito etrusco, secondo cui la galassia, la Via Lattea, nostra “madre cosmica”, nasce dal latte che Hera (Uni/Giunone) versò nell’allattare Heracle/Hercle/Ercole, il primo alimento che nutre tutti gli esseri e che, per il tramite di una dea, consente all’eroe greco l’immortalità.
IL PROGRAMMA
Ore 10.30 saluti istituzionali di Marco Pierini, Direttore Direzione regionale musei Umbria, Giuseppe La Cava, Direttore Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Umbria, Roberto Rettori, professore associato Università degli Studi di Perugia e delegato per il settore Orientamento, tutorato e divulgazione scientifica, Daniele Parbuono, professore associato Università degli Studi di Perugia Discipline demoetnoantropologiche, Guido Barbieri, Comandante Carabinieri Nucleo Tutela Umbria, Antonella Pinna, dirigente Servizio valorizzazione risorse culturali, musei, archivi e biblioteche della Regione Umbria, Leonardo Varasano, assessore alla cultura del Comune di Perugia, Edi Cicchi, assessore ai servizi sociali, famiglia, edilizia pubblica, pari opportunità, Fausto Santeusanio, presidente del Comitato provinciale Unicef di Perugia, Fabrizio Stazi, Direttore generale della Fondazione Perugia, Angelo Pecetti vicepresidente della sezione di Perugia del Club alpino italiano, Andrea Bellucci, professore associato Università degli Studi di Perugia.
Interventi: Maria Angela Turchetti (che spiegherà il progetto e la mostra), Roberto Cottini, sindaco del Comune di Cetona, Maurizio Sbianchi, presidente della sezione provinciale di Perugia dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, Valeria Paoletti, presidente dell’ArcheoClub Perugia, Anna Bigozzi, dirigente Istituto Tecnico Giordano Bruno – Perugia, con il coinvolgimento delle classi 3A Linguistico e 5C Scienze Applicate (docenti Daniela Silvi Antonini, Monica D’Andolfo, Angelo Ferraro), Luciano Zeetti, creatore del Museo del giocattolo di Perugia, Teresa Severini, Fondazione Lungarotti – Museo del Vino di Torgiano.
Con l’occasione, si ricorda anche il programma natalizio del MANU legato al Progetto “Via Lattea”.
Sabato 24 dicembre, ore 17,00, “Natale in casa Schumann”, concerto per pianoforte ed archi a cura del Trio Ars et Labor, preceduto, alle ore 16,00, da una visita guidata alla mostra. Ingresso libero, non è necessaria la prenotazione.
Martedì 27 dicembre, ore 16,30, “Oro, incenso e…miti”, visita guidata e laboratorio didattico a cura di Monica Lupparelli. Per informazioni e prenotazioni 347 9483789
Venerdì 6 gennaio, ore 17,00, visita guidata e laboratorio didattico alla mostra “La via Lattea. Maternità ed infanzia dall’Antichità alla Collezione Bellucci”, a cura di Maria Angela Turchetti. Prenotazione allo 075 5727141
Domenica 8 gennaio, ore 17,00, “Superstizione e magia”, visita guidata alla mostra a cura di Giorgio Rocca. Prenotazione allo 075 5727141
LA COLLEZIONE BELLUCCI
La collezione Bellucci, ospitata al Museo archeologico nazionale dell’Umbria, costituisce una ricchissima e organica raccolta di amuleti, oggetti terapeutici e strumenti magico-religiosi, prodotti e utilizzati soprattutto all’interno della fascia folclorica del centro e sud Italia, tra fine Ottocento e primi anni venti del Novecento, un eccezionale strumento didattico per avvicinare le nuove generazioni alla conoscenza del mondo e delle tradizioni popolari.
Sono conservati, tra l’altro, ex voto raffiguranti uteri e mammelle, donne che allattano, bimbi in fasce e infanti nei primi anni di età, sia in terracotta che in bronzo. Di recente è stato affrontato in modo sistematico il restauro dei materiali votivi etrusco-romani provenienti da Grotta Lattaia, sulla montagna di Cetona, una cavità carsica, segnalata già nel 1798 dal naturalista pientino Giorgio Santi e scavata da Umberto Calzoni tra il 1939 e il 1940, che deve il suo nome alla credenza popolare delle proprietà galattofore delle acque gocciolanti da stalattiti, credenza documentata ancora in età contemporanea (XX secolo).
Giuseppe Bellucci (Perugia, 25 aprile 1844 – 3 gennaio1921) naturalista e antropologo, più volte rettore dell’Università di Perugia, titolare della cattedra di chimica organica e inorganica, preside delle Facoltà di Medicina o Farmacia, paletnologo (studioso di cultura delle civiltà umane preistoriche e protostoriche attraverso l’analisi dei reperti materiali) e demologo (studioso di tradizioni popolari), dedicò agli amuleti un’attenzione continua e appassionata con indagini sul campo, raccolta e catalogazione di materiali rinvenuti, loro ordinamento e illustrazione interpretativa. Dopo la sua morte la collezione passò ai Musei civici del Comune di Perugia e successivamente allo Stato quando venne istituito l’attuale Museo archeologico nazionale dell’Umbria.
Nella raccolta, esposta permanentemente all’interno (allestimento curato da G. Baronti in seguito ad un accordo tra l’allora Soprintendenza archeologica dell’Umbria e l’Università degli Studi di Perugia), sono presenti amuleti contro le calamità naturali quali il fulmine e la grandine, oggetti magico-terapeutici e sezioni dedicate al sincretismo religioso e al rapporto tra amuleti antichi e contemporanei. Una particolare attenzione è riservata ai momenti critici e cruciali di passaggio della vita umana (fidanzamento, matrimonio, gravidanza, parto, allattamento, cura della prima infanzia) che in ogni tempo, al di là dei mutamenti, hanno spinto l’essere umano a cercare di esorcizzare la paura della malattia, del dolore, della morte attraverso la ricerca di specifiche protezioni e di pratiche devozionali, magiche, terapeutiche.