ASSISI – Più di un’emozione. Un turbamento misto a stupore e commozione. E tutto inizia fin dal momento in cui entrano i coristi. Un mare di voci* che occupano l’intero proscenio del Lyrick di Assisi che, certamente, non è di piccole dimensioni.
Davanti a loro il pianoforte a coda che si appresta ad accogliere il maestro Marco Scolastra. E poi il podio del direttore d’orchestra Aldo Cicconofri. Inizia così la serata che ieri ha celebrato, perché di questo si è trattato in senso letterale, la proiezione del film muto “Frate Sole“. E’ annunciato come “capolavoro italiano del 1918 sulla vita di Francesco d’Assisi”, diretto da Ugo Falena e Mario Corsi che si è occupato anche della sceneggiatura; in realtà si rivela una perla cinematografica dal valore inestimabile che ieri abbiamo visto nella versione magistralmente restaurata dalla Cineteca di Milano.
Inoltre l’originalità dell’evento del Lyrick sta nella riproposizione dell’esecuzione dal vivo della colonna sonora così come avvenne per la prima al Cinema Augusteo di Roma il 7 giugno 1918 grazie alla bacchetta di Luigi Mancinelli. Così, quando il coro intona il “Laudato sii o mi Signore” non scorrono ancora fisicamente le immagini, ma la potenza evocativa della musica ti porta molte altre cose. Precede e introduce la storia per immagini che nella filmografia sul Santo è preceduta solo da Il Poverello d’Assisi del 1911 per la regia di Enrico Guazzoni. L’impatto che il pubblico riceve da questo “Frate Sole” è fortissimo. Sarà così sino alla fine, durante un racconto del Poverello “figurativamente corretto” rispetto alle trasposizione per certi versi persino socialmente violente del Francesco di Liliana Cavani con Mickey Rourke (1989) o della stessa miniserie tv di Michele Soavi con Raoul Bova.
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