CITTA’ DI CASTELLO – Massimo Pici, segretario provinciale del SIULP, Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, che rappresenta l’ottanta per cento dei colleghi che lavorano al Commissariato di Città di Castello, segnala un forte disagio. “ La domanda che ci poniamo – afferma Massimo Pici – è la seguente: i poliziotti, uomini e donne, che con rigore e fermezza sono chiamati a compiere il loro dovere, possono essere sottoposti ad indicazioni e linee di comando non improntate al rispetto delle misure di contenimento dell’epidemia e di prevenzione che, invece, sono chiamati a far rispettare? Per quale motivo sono state indette riunioni in presenza quando erano assolutamente vietate? Poniamo rispetto alle regole sanitarie che impongono, senza riserva alcuna, obblighi sanitari che devono trovare applicazione anche nella disciplina del lavoro degli stessi operatori di Polizia”. A questo si è aggiunto il fatto che i “componenti delle pattuglie delle volanti hanno subito repentini cambiamenti e inserimenti con personale dell’Ufficio con il risultato che il Commissariato di Città di Castello è stato l’unico della Provincia che ha avuto tutti gli Uffici chiusi e con solo nove colleghi rimasti al servizio delle volanti. Poi assistiamo al paradosso – aggiunge Massimo Pici – si registrano video dove si esortano i cittadini a rispettare le regole sanitarie, si comandano controlli e si multano i poveri cittadini perchè non rispettano le regole, ma la dirigenza in primis non rispetta e non fa rispettare le stesse sulle quali dobbiamo fare controlli! – Sorge spontanea la domanda : chi può vigilare sul rispetto delle normative? “
“Abbiamo portato la questione all’attenzione del Sig. Questore- conclude Pici – ma fino ad ora non si è avuto alcun riscontro. Nei prossimi giorni effettueremo un sit-in difronte al Commissariato, dove terremo una conferenza stampa. Questo sarà solo il primo di una lunga serie di iniziative che dureranno finchè questa incresciosa situazione non cesserà. Il dibattito continuerà con colloqui con interlocutori politici regionali e nazionali, fino a portare il caso di Città di Castello all’attenzione del Parlamento e del Presidente Mattarella”.