PERUGIA – Questa sera al Cinema Méliès, con inizio alle ore 21, nell’ambito di Perso – Perugia Social Film Festival, è in programma la proiezione del film di Daniele Segre
“Ragazzi di stadio, 40 anni dopo“, fotografia: Emanuele Segre, montaggio: Daniele Segre, suono: Edgar Iacolenna, produzione: I Cammelli S.a.s. con Rai Cinema in associazione con 13 Productions. Il film è stato presentato fuori concorso al 36 Torino Film Festival.
Fra fumogeni, cori da stadio, fuochi d’artificio e bandiere tricolori, i protagonisti raccontano cosa la curva abbia rappresentato per loro nel tempo – una fuga, una famiglia, un rito arcaico attraverso cui dar sfogo al proprio istinto – dal passato dei Fighters di Beppe Rossi ai Drughi II anello curva sud, di oggi, della Juventus. Un film che tocca il nodo caldo degli ultras, i cui protagonisti sono attualmente al centro delle indagini per criminalità organizzata della procura di Torino.
I protagonisti non sono solo i “cinquantenni” personaggi dei miei film precedenti, ma studenti, operai, disoccupati che vivono grazie alla comune fede juventina che, come allora, è l’unica condizione in cui si sentono protagonisti, si riconoscono in un gruppo, in una fede. Lo stadio, che rimane sullo sfondo, è un luogo simbolico che racconto attraverso le vite di chi lo popola (Daniele Segre).
I film di Daniele hanno una forza speciale perché lui riesce ad includerti nella storia che viene raccontata mettendo in campo, in prima persona, i corpi stessi dei protagonisti, di ognuno di loro, abolendo il fastidioso, saccente e falsamente neutrale narratore, sicché resti tu e quei corpi, senza mediazione. Corpi che, oltretutto, nemmeno ti guardano, non ti assumono come interlocutore, chiusi come sono nel loro mondo, da cui non vogliono uscire perché quella è la loro sola vita, e non gli interessa nemmeno annetterti (Luciana Castellina).