Al Castello di Monterone si incrociano le vite di Gemma e Stella

PERUGIA – Si intitola “Gli artigli del falco” il terzo libro della “saga del falco” di Marina Trastulla che, il prossimo 21 novembre (ore 17.00) sarà presentato nel suggestivo Castello di Monterone. Non solo letture e incontro con il pubblico – con l’autrice dialogheranno infatti Giusi Checcaglini e Valentina Vincenti – ma anche musica con le note dei Cellostar, orchestra di soli violoncelli composta da ragazzi tra gli undici e i tredici anni, diretti da Maria Cecila Berioli. Nel volume tornano a incrociarsi le storie parallele della scrittrice Stella, ambientata ai nostri giorni, e di Gemma che riporta invece il lettore ai tempi storici del Medioevo.

“Nel primo e secondo romanzo – spiega Marina Trastulla – vediamo Gemma nel mondo della corte nobiliare e nel mondo borghese di mercanti e artigiani; la sua curiosità e il suo amore per lo studio le forniscono un bagaglio culturale ed esperienziale che le consentirà di cavarsela nelle più svariate situazioni. I suoi modelli di riferimento, le sue “eroine” sono due eccezionali figure storiche: Matilde di Canossa e Ildegarda di Bingen. Nel terzo romanzo “Gli artigli del falco” vediamo Gemma nel ruolo di madre ed educatrice, alle prese con gli aspetti quotidiani della vita al castello ma anche coinvolta nelle infinite lotte tra Guelfi e Ghibellini. Ritorna il tema della donna-medico con la citazione delle opere di Trotula de Ruggiero e la tragedia delle morti per parto così frequente all’epoca. Torna anche il tema del matrimonio combinato e dell’amor cortese. Le trame politiche, i complotti e i tradimenti della Grande storia influenzano e travolgono i destini dei protagonisti dei romanzi, figure d’invenzione calate nei diversi ambienti medievali: aristocratici cavalieri, ricchi borghesi, alti prelati e umili monaci, contadini in cerca di una vita migliore. Nel ciclo del falco non manca l’aspetto epico e tragico della battaglia, culmine del racconto, in cui si scontrano opposti ideali politici e in cui viene messo alla prova il coraggio e la determinazione del singolo uomo. L’originalità dei romanzi è data dal fatto che le avventure medievali vengono narrate, nella finzione, da una ragazza dei nostri giorni, Stella, che fa da contraltare a Gemma con i suoi problemi quotidiani di giovane donna alle prese con il lavoro, i progetti per il futuro, la famiglia, l’amicizia e l’amore. Attraverso il confronto tra le due epoche il lettore è portato a riflette sulle somiglianze e le differenze della condizione femminile e più in generale, sui cambiamenti avvenuti nei secoli”.

Sinossi – Il falco sfodera gli artigli: i ghibellini si fanno audaci, guidati dall’imperatore Enrico VII che cala in Italia per riaffermare il suo dominio ed essere incoronato a Roma. Romualdo e Gemma si uniscono alla lotta, ma la strada è lunga e insidiosa, i progetti degli uomini possono essere spazzati via da un soffio del vento del destino. E anche la vita più semplice, quella di un giovane contadino dalle misteriose origini, sarà travolta da quel vento, si legherà alla sorte dei conti di Acquapendente per colpa di un fiume, di un falcone e dello sguardo tagliente della nobile Costanza. Nel multiforme panorama politico dell’Italia del Trecento, un nuovo capitolo della saga del falco, tra battaglie, intrighi politici e intrecci del cuore, ancora una volta narrato come in uno specchio da Stella, la “gemella di carta”.

Marina Trastulla è nata a Perugia nel 1968, dove si è laureata in Lettere con una tesi in Storia dell’arte medievale. Vive a Perugia con il marito e il figlio, insegna Lettere nella Scuola Secondaria di primo grado. Ha da sempre coltivato la passione per la Storia e la narrazione, con particolare attenzione al Medioevo che le ha ispirato il romanzo “Il falco ghibellino”, concepito come primo di una serie, tra verità storica e fiction.

Francesca Cecchini: Giornalista pubblicista e ufficio stampa tra sport, teatro e musica. Penna e taccuino sempre in borsa, sono fermamente convinta che l'emozione più grande sia vivere ogni progetto "dietro le quinte", assaporando minuto per minuto quel work in progress che porta alla realizzazione finale di un progetto. Come diceva Rita Levi Montalcini: "Amare il proprio lavoro è la cosa che si avvicina più concretamente alla felicità sulla terra".