SPOLETO – Applausi al termine del bis finale nel concerto dei Dock in Absolute nella serata di venerdì 18 ottobre al teatro Caio Melisso, nell’ambito del secondo dei tre appuntamenti di Spoleto Jazz Season. I musicisti belgi-lussemburghesi Jean-Philippe Koch al piano, David Kintziger al basso e Michel Mootz alle percussioni hanno nella loro performance avuto come paradigma assoluto prima di tutto il senso melodico attorno a cui è ruotato il loro progetto musicale. Batteria e basso elettrico hanno condiviso e intrecciato con il pianoforte le trame di una sintassi musicale che, partendo dalla melodia, si spinge oltre per varcare le soglie degli stilemi della musica classica e incontrarsi sul terreno di elementi di innovatività. Come ad esempio l’introduzione in un classico trio jazz, piano, batteria e basso, dell’elettrificazione di quest’ultimo strumento, o la pronuncia dei temi con intro e finali “obliqui” ricorrendo anche all’uso delle corde del piano come una chitarra distorta.
La combinazione dei diversi rispettivi stili, come il jazz, la classica e il rock, da cui provengono i tre musicisti ha prodotto quel plus alla musica dei Dock in Absolute che in una definizione che comunque rimane “stretta” al trio è chiamata progressive jazz, dove per progressive si intende il climax formato dai riferimenti melodici classici e per jazz si intende la sintesi della sezione ritmica di batteria e basso. Al termine del concerto incentrato su brani di diversa provenienza, tra cui alcuni dall’ultimo album inciso per l’etichetta italiana Cam Jazz, “Unlikely”, il pubblico ha dimostrato di aver apprezzato il nuovo percorso che il trio si sta ritagliando nell’ambito della musica contemporanea e, con gli applausi, lo ha incoraggiato a proseguire la strada intrapresa e continuare a “narrare” le storie della loro avventura musicale che nel prossimo periodo toccherà Paesi diversi, come la Polonia, l’Armenia e l’India.