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Accade d’estate a Spoleto che arrivi Alessandro Preziosi al San Nicolò

SPOLETO – Giovedì 18 luglio alle ore 21.30 Alessandro Preziosi sarà protagonista del recital “Il mio cuore è con Cesare” dal Giulio Cesare di William Shakespeare, nell’ambito della rassegna Accade d’estate a Spoleto, prodotto da Khora.teatro.  Le musiche originali sono scritte da Giacomo Vezzani, compositore e attore della compagnia Teatro del Carretto, autore, tra l’altro, della colonna sonora di Invisible Boy di Salvatores e delle musiche di innumerevoli spettacoli teatrali e lungometraggi cinematografici, seguono come una colonna sonora cinematografica il dipanarsi della narrazione fino al compiersi del drammatico finale.

Le musiche di Vezzani sono eseguite dal vivo dal flautista Massimo Mercelli che vanta le più importanti dediche e straordinarie collaborazioni con i maggiori compositori al mondo (tra i quali val la pena di ricordare Glass, Nyman, Bacalov, Galliano, Morricone, Galliano , Sollima, Piovani e moltissimi altri ) e la violoncellista Cecilia Berioli (primo violoncello di numerose orchestre e direttrice artistica dell’Umbria Ensemble), con l’ausilio di elettronica live curata dallo stesso Vezzani.

LO SPETTACOLO

“Il recital – si legge nella presentazione – ripercorre la tragica vicenda delle Idi di Marzo partendo dal punto di vista dei quattro protagonisti Cesare, Marcantonio, Cassio e Bruto. Il racconto prende le mosse dalla celebre orazione funebre di Antonio che incastona un dramma in cui i personaggi, cospiratori o fedeli a Cesare, sono totalmente ambigui, né positivi né negativi né luci né ombre sono innanzitutto politici che agiscono in conseguenza o in nome del Potere. Sono anime guidate dall’Ambizione.

E l’ambizione è per natura ambivalente, mai solo buona, mai solo cattiva. Tutti agiscono senza alcuno scrupolo, anche quando sembrano farlo a fin di bene. Il fine giustifica i mezzi e nessuno si tira indietro. Cassio e Bruto hanno agito per il bene della Patria o per segreti rancori? Marco Antonio non è solo l’amico leale di Giulio Cesare, sa usare la parola a proprio vantaggio, utilizzandola per i propri fini.

È un abile manipolatore che, attraverso la retorica, riesce ad avere l’appoggio del popolo romano, in un momento in cui sembra davvero impossibile.

Così fuoriuscendo prepotentemente da quella damnatio memorie cui gli eventi succedutisi alla più famosa congiura della storia lo hanno condannato, ripercorre insieme al pubblico i tragici fatti e le devastanti emozioni di cui è stato protagonista e testimone fino proprio a quell’orazione funebre rimasta nella storia del teatro, che sfruttando il testamento di Cesare in cui nomina propri eredi tutti i cittadini di Roma compie l’impossibile: riconquistare il favore del popolo, che ora si scaglia contro i cospiratori.

La conclusione è talmente vibrante da sembrare paradossale. Il male che gli uomini compiono si prolunga oltre la loro vita, mentre il bene viene spesso sepolto assieme alle loro ossa”.

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