STRONCONE – Visitare i piccoli centri del comprensorio ternano è sempre una scoperta soprattutto per coloro che amano l’arte, l’ambiente la gastronomia ma anche le antiche tradizioni, simboli di un passato glorioso che, per fortuna oggi, grazie all’azione dei singoli cittadini, enti e associazioni si sta riscoprendo nella sua totale genuinità. Andiamo a Stroncone esattamente alla chiesa della Madonna del Gonfalone situata sulla parte antica del castello, a pochi passi dalla porta e dalla cinta muraria.
Tra vicoletti che odorano ancora di antico, la chiesa si presenta con tutta la sua semplicità, ma cela importanti tesori al suo interno. L’edificio ha visto una numerosa serie di restauri sia strutturali che interni. Un tempo, al suo interno, era depositato il Gonfalone civico del Comune. Poi, sede dei preziosi manoscritti. Nove codici miniati del XIV secolo provenienti dalle chiese di San Michele Arcangelo e San Nicola di Bari. Ultimamente, come detto, sono stati apportati interessanti lavori di recupero e ripulitura di affreschi e tele grazie ai contributi della Fondazione Carit. Dal restauro è emerso un nuovo dipinto coperto precedentemente. Nel dipinto risalente al XVI – XVII sec.è raffigurato San Leonardo di Noblac patrono dei carcerati. Ma ciò che da più desta attenzione è il recupero del dipinto raffigurante la Madonna col Bambino e due angeli tra San Giorgio sul lato destro che uccidere il drago e San Biagio vestito con i paramenti vescovili a sinistra che sorregge nelle mani sia il pastorale che il pettine simbolo del suo martirio. Questi dipinti sono stati realizzati da Giuseppe Bastiani nel 1612.
Giuseppe Bastiani, detto Giuseppino da Macerata, discepolo di Gaspare Gasparini, operò nelle Marche e nel centro Italia decorando soprattutto chiese e luoghi di culto. I dipinti del Bastiani sono incastonati in delicatissimi stucchi barocchi realizzati dai fratelli Grimani di Stroncone. Ecco, quindi, un buon punto di incontro per appassionati di arte. Stroncone è copioso di beni storici artistici da ammirare con le sue chiese e il convento di San Francesco. E va detto che proprio seguendo questo itinerario spirituale che si immerge nel verde umbro, il sentiero che conduce all’abbazia di San Simeone e San Benedetto in Fundis è davvero molto suggestivo.