SPOLETO – Il giornalista della Gazzetta dello Sport Valerio Piccioni ha presentato ieri a Palazzo comunale il libro “I signori del doping” di Sandro Donati. Un libro che tiene insieme due storie: quella di Donati, Maestro dello Sport specializzato nell’atletica e simbolo mondiale della lotta contro il doping, e quella di Alex Schwazer, marciatore e campione olimpico a Pechino nel 2008 nella 50 km di marcia, squalificato per doping nel 2012 alla vigilia delle Olimpiadi di Londra e, dal 2014, allenato dallo stesso Donati in preparazione di Rio 2016.
Presenti all’incontro anche Attilio Bolzoni, Andrea Sisti, Luigina Renzi e Fausto Pesciaioli.
“Il libro di Donati è importante perché contribuisce alla costruzione di un pensiero critico e informato sul doping, di quello che un fenomeno di alterazione della prestazione sportiva può rappresentare per gli atleti – sono state le parole del sindaco Sisti in apertura di incontro – Noi abbiamo scelto di dividere le deleghe relative allo sport: da una parte quella che riguarda la formazione scolastica e, dall’altra, quella per la preparazione agonistica, perché sono due mondi diversi, dove il primo deve saper costruire l’altro. La scuola deve insegnare lo sport, deve saper coltivare la cultura sportiva. È un aspetto importante per far sì che la società abbia in sé le risorse educative, comportamentali e psicologiche per fare fronte alle sfide che la vita ci pone davanti”.
All’inizio dell’incontro è stato proiettato l’instant movie realizzato da Attilio Bolzoni nel 2016 per La Repubblica “Operazione Schwazer. Le trame dei signori del doping”, che ripercorre la vicenda alla base del libro del Donati.
“Mi sono appassionato a questa storia perché ho conosciuto Sandro e Alex – ha spiegato Attilio Bolzoni – Lo considero un italiano fuori posto in Italia, in quell’Italia del compromesso e dei ricatti. Nella mia carriera giornalistica non mi sono mai occupato di sport o di marcia, ma questa vicenda mi era familiare perché mi sono sempre occupato di mafia. Non ho avuto alcuna difficoltà a lavorare a questa storia, perché è stata una trama mafiosa, dove da una parte c’erano personaggi corrotti che si muovevano con le dinamiche del potere portate all’estremo e, dall’altra, il professor Sandro Donati da solo”.
“Ho sempre contrastato l’uso di sostanze dopanti, fin dall’inizio del mio percorso professionale. Ma questa vicenda, quella che ho vissuto con Alex Schwazer è stata molto di più, perché ha valicato i confini nazionali ed ha riguardato l’ambito mondiale – ha raccontato il professore Sandro Donati – Ci siamo scontrati con un sistema che ha la tendenza alla corruzione, governato da personaggi che detengono un potere incontrollato con una totale mancanza di ricambio. È sbagliato generalizzare parlando di sistema sportivo, perché va differenziato il livello nazionale da quello internazionale, che si occupa solo dell’élite dello sport”.
Collegato dall’Alto Adige il campione olimpico Alex Schwazer è intervenuto nel corso dell’incontro: “Se guardo il mio percorso sportivo oggi posso considerarmi soddisfatto, nonostante le difficoltà incontrate e le ingiustizie subite. Il mio bicchiere è mezzo pieno. Lo dico perché, quando ho iniziato, il mio sogno era partecipare alle Olimpiadi e ci sono riuscito, vincendo tra la’ltro la medaglia d’oro. Oggi noi dobbiamo concentrarci non sulle condotte dei singoli atleti, ma sul sistema che queste condotte provoca e sempre più spesso nasconde. Questa è la sfida per provare a contrastare un meccanismo che tende ad alterare le prestazioni sportive ai più alti livelli”.
Al termine dell’incontro l’assessore Luigina Renzi ha annunciato che “a settembre presenteremo un progetto per le scuole incentrato sul tena del doping, sul danno che questo comporta e sulla educazione, affinché i nostri giovani e i nostri atleti sappiano dire no, rafforzando la loro consapevolezza rispetto al rischio che si corre. È una piccola goccia, ma credo che partire dagli studenti sia un buon metodo”.