SPOLETO – Inclusione, eccellenza, opportunità di lavoro. Sono state queste le tre chiavi su cui si è orientata la conferenza che ha avuto luogo nell’aula magna dell’Alberghiero “G. De Carolis” di Spoleto in via S. Paolo. Accolti dalla dirigente Roberta Galassi e dal professor Andrea Martoglio che ha moderato l’iniziativa, i presidi e i referenti di istituti scolastici provenienti da otto città, compresa Spoleto, sono intervenuti per parlare dei progetti finalizzati all’Erasmus+.
Oltre ad Assisi (con la dirigente Bianca Maria Tagliaferri), Città di Castello (con la DS Marta Boriosi), Orvieto (con la DS Cristiana Casaburo), Norcia e S. Anatolia (con la DS Rosella Tonti), Napoli (con la DS Olimpia Pasolini) e Milano (con la DS Rossana di Gennaro), presente anche le locali Federalberghi e Camera di Commercio, nonché dall’Usr Antonella Gambacorta e l’assessore alla programmazione europea con delega all’istruzione Paola Agabiti, con il saluto della vicesindaco del Comune di Spoleto Beatrice Montioni. Tutti uniti per un unico scopo: migliorare l’offerta in modo che le attività fino ad ora implementate continuino, in un’ottica di scambio che sia a sistema e non più solo ad occasione.
In cinque anni sono stati investiti tre milioni di euro per la mobilità, a Spoleto sono partiti 530 studenti per due mesi, 20 i neodiplomati partiti per quattro mesi e altri 20 per sei a fronte dei 130 e dei 20 che sono stati selezionati e che quest’anno partiranno, rispettivamente, per due e quattro mesi. Ed è un’esperienza altamente formativa come hanno testimoniato sia alcuni ragazzi durante la conferenza sia domenica scorsa, quando la scuola ha aperto le porte a genitori e futuri allievi. Questa positività è certificata tramite Ecvet, il sistema di trasferimento dei crediti a livello comunitario che su carta restituisce allo Studente le competenze acquisite durante il soggiorno all’estero e del cui riconoscimento si è continuato a parlare nel corso della mattinata. Occasione che è servita anche per festeggiare la Carta della Mobilità con cui il De Carolis in ottobre è stato premiato per l’impegno profuso negli anni volto a favorire la mobilità europea di studenti e staff.
I percorsi oltre confine fanno tutti parte di un grande progetto che mira a far sentire gli studenti “cittadini europei” e “ambasciatori regionali”, capaci di far rientrare a casa l’attrattività turistica di cui l’Umbria necessita e, in cambio, partendo dal basso, creare sinergia con le imprese dei territori per essere funzionali e rispondenti alle politiche sociali e giovanili.
Il piano di strategia europea adottato dagli istituti scolastici ripone nell’esperienza di Erasmus l’adozione di “competenze trasversali” sempre più ottimizzate, a livello sia nella pratica del servizio per quanto concerne l’Alberghiero sia per l’uso corretto della lingua inglese. In questo modo gli studenti possono superare la distanza che un ragazzo italiano mediamente ha con il resto d’Europa badando però, e questo è l’auspicio, a che gli elementi propositivi che costruiscono tale schema di apprendimento non si sostituiscano agli sforzi di divulgazione degli insegnamenti di base come può essere l’italiano, la storia, la matematica e via dicendo.