A #seilive si parla di Militone Moretti, l’imprenditore “illuminato” di Piegaro

MAGIONE – A  90 anni dalla morte di Militone Moretti (Piegaro 1858 – Roma 1931), Mario Squadroni, presidente della Deputazione di storia patria per l’Umbria, parlerà di questa figura di imprenditore e di come sia nata la enorme ricchezza. Lo farà nella conferenza del 17 marzo sulla pagina facebook Magione cultura, alle ore 17,30.

Militone Moretti ha vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento e ha svolto un ruolo di primissimo piano nella vita economica, politica e sociale dell’Umbria. Personaggio “illuminato”, nato in una agiata famiglia della quale si hanno notizie già a partire dal secolo  XVI, era un possidente agrario (oltre 2000 ettari nei territori dei comuni di Piegaro, Panicale, Chiusi, Castiglione del Lago, Città della Peve), proprietario di ville bellissime, case padronali, case, casali colonici, magazzini e tanto altro, anche di appartamenti (a Roma), imprenditore agricolo, banchiere (vicepresidente e presidente della Banca Popolare di Perugia), commerciante, amministratore pubblico (consigliere provinciale), uomo di grande cultura (laureato in giurisprudenza), amante delle arti e del teatro (aveva un palchetto fisso al teatro Turreno di Perugia), filantropo, benefattore (a lui si deve l’istituzione dell’ asilo infantile Vittorina Moretti – nome della moglie – di Piegaro) con amicizie altolocate e influenti, come quella con Guido Pompilj. 

“Su di lui – fa sapere Mario Squadroni – solo alcune righe ogni tanto sulle opere di storia locale dedicate a Piegaro e a Panicale. Dal mese di gennaio del 2019, vista la dispersione dell’archivio familiare, è stata intrapresa una ricerca in diversi archivi pubblici, al momento solo umbri, per reperire quante più notizie possibili sulla sua vita e sulle sue opere. Nonostante tutti i problemi dovuti al covid 2019 che hanno rallentato, di fatto, la ricerca per tutto il 2020 e inizi 2021, le notizie al momento rinvenute, sono stupefacenti. Ad esempio è stato il primo in Umbria a commercializzare un vino rosso “tipo Chianti” in bottiglia (le bottiglie le acquistava dalla vetreria di Piegaro) con etichetta “Corvigliano” “che vendeva a Zurigo, Milano e Roma. Le viti provenivano da Castellina in Chianti”. È stato, inoltre, il primo in Italia ad impiantare un luppoleto per fare la birra.

L’iniziativa nell’ambito del format #SeiLive una belle époque di provincia promosso dall’assessorato alla Cultura del comune di Magione in occasione della pubblicazione del bando della XXIII edizione del Premio letterario nazionale Vittoria Aganoor Pompilj dedicato alla valorizzazione e promozione del patrimonio letterario fatto di lettere carteggi e corrispondenze.

 

Redazione Vivo Umbria: