AMELIA – Porchiano del Monte e’ un piccolo castello nel territorio dell’Amerino, e’ accoccolato su una collina a 463 metri sul livello del mare. Il nome sembra che derivi dai tanti allevamenti di suini dato anche dalla presenza di boschi di querce. Un territorio e’ ricco di peculiarità ambientali, storico artistiche e archeologiche come i ruderi della città romana di Luchiano, la quale fu distrutta dai barbari. Gli sfollati da questa distruzione, fondarono sia Porchiano che Lugnano. In origine, come afferma (M. Tabarrini) si chiamava Porclano o Fortiano e infine Porchiano del Monte. Nel 593 era già un possente castello turrito conteso dai Bizantini ai Longobardi.
Di tanta storia rimangono le mura e bastioni rotondi. Nel 1200 fu possedimento, con altri castelli della Famiglia Liviani di Todi. Il castello partecipò nel 1237 con Amelia e Todi contro Orvieto, per espugnare Lugnano. Orvieto ebbe la meglio e il castello subi devastazioni per rappresaglia. Nel 1318 Porchiano si sottomette ad Amelia con atto del Capitano del popolo Giacomo Colonna. Per ostacolare l’avanzata in Umbria di Fra Moriale, tutti i castelli compreso Porchiano fecero “massa” guidati da Giannotto D’Alviano. Nel 1352 Porchiano rinnova la sottomissione ad Amelia. Finché nel 1376 Papa Gregorio XI conferì gli Statuti comunali speciali. Nel 1412 Braccio da Montone, assoldato da re Ladislao, invase Porchiano, come punizione ad Amelia per averlo sottratto agli Alviano. Amelia, da parte sua, fu difesa a Paolo Orsini e Braccio abbandono’ l’assedio. Nel 1433 Porchiano fu occupato da Gualtiero de’ Zanfoneris da parte di Niccolo’ Fortebracci. Porchiano e altri castelli furono liberati da Francesco Sforza chiamato da papa Eugenio IV.
Vari fatti sanguinosi, ribellioni, per i confini tra Porchiano, Lugnano e Alviano, si portassero per diversi anni, tanto, che Bartolomeo di Alviano, fece fortificare le mura di cinta di Porchiano. Si ha memoria di un convento femminile di francescane che fu dismesso nel 1574. Perse la municipalità alla fine dell 1800. Ebbe personaggi anche di chiesa e famiglie illustri come quella dei Bufalari: la Beata Lucia e il beato Giovanni.
Sono diversi gli edifici religiosi presenti sia dentro che fuori dalle mura: la parrocchiale di San Simeone; Santa Cristina; Santa Trinita. La chiesa di Santa Cristina di Bolsena e’ ad unica navata, romanica, campaniletto a vela, al suo interno nel tamburo affresco con Santa Cristina tra San Bonaventura da Bagnoregio e San Tommaso D’Aquino; sullo sfondo una serie di paesaggi forse anche Porchiano; segue Madonna Assunta tra angeli e Santi. Vicino alla chiesa e’ stato conservato un antichissimo tronco di leccio miracoloso.
La parrocchiale di San Simeone se ne parla già dal 1275/1279 nella Rationes Decimarum. Facciata a capanna tutto in pietra, alto campanile con bifore e monofora. Interno a tre navate del XV secolo. Su un pilastro affresco con Sant’ Antonio Abate e la data 1500; altro dipinto raffigurante la Madonna col Bambino tra Santo Stefano e Santa Cristina attribuiti a Piermatteo di Amelia; altro dipinto raffigura San Michele Arcangelo e una Maddalena. Del 1937 invece e’ un dipinto raffigurante il beato Giovanni Bufalari e i Santi titolari e patroni del castello. Massicce e rozze le colonne divisorie con fregi sui capitelli. Interessante un dipinto su tavola di scuola umbro-laziale della fine del XV secolo.
Quello che rende prestigioso Porchiano del Monte e’ una delle reliquie del miracolo di Bolsena. Qui infatti e’ custodita una delle 5 lastre di pietra che si macchiarono con il Sangue di Cristo fuoriuscito dall’ostia. La pietra, ancora oggi e’ ricoperta da una grata in ferro battuto con una cornice in pietra dove e’ scritto: SANGVIS CHRISTI ET RELIQVIAE SANCTORVM MDLXXIIII. Questa pietra, insieme ad altre reluquie di Santa Cristina pervennero a Porchiano dal Capitolo di Bolsena il 10 maggio del 1574 su richiesta del Vescovo di Amelia Simoncelli. Da allora le reliquie di Santa Cristina e la pietra insanguinata, sono oggetto di grande venerazione.