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A Palazzo Collicola la mostra di Maurizio Cannavacciuolo e Claudio Massini “Ma non ho bicchieri come i tuoi”

SPOLETO – Dal 13 novembre al 13 febbraio 2022 a Palazzo Collicola di Spoleto mostra di pittura “Ma non ho bicchieri come i tuoi“, “imprevedibile, eccentrica, un dialogo – si legge nella nota di presentazione – tra due artisti che lavorano sui margini stessi delle immagini e della rappresentazione, della linea e dell’ornamento, dell’illusione e del significato. Maurizio Cannavacciuolo (1954) e Claudio Massini (1955), entrambi nati a Napoli, coetanei, una storia di lunga amicizia, fatta di interferenze ma non di influenze, hanno condiviso tra anni Settanta e Ottanta la galleria di Lucio Amelio a Napoli, vero e proprio centro del mondo dell’arte contemporanea del tempo in Italia: in occasione di questa mostra a Palazzo Collicola si sono dunque ri-chiamati a vicenda.

Il percorso espositivo (una doppia personale) si snoda lungo le dieci sale del Piano terra dedicate alle mostre temporanee. Cannavacciuolo e Massini – prosegue la nota – espongono 30 opere (tra cui alcuni polittici) realizzate dalla fine degli anni Novanta ad oggi, per lo più dipinti su tela, con la presenza da parte di Cannavacciuolo anche di una grande opera di formelle di ceramica (Sinestesia) a testimonianza della sua apertura verso altri “generi”, mentre spetta a Massini chiudere la mostra con la riproposizione fotografica di interventi di arte sociale realizzati tra il 1974 e il 1980, un periodo di ricerca che oscilla tra l’antropologico e il popolare  e che prese forma in un contesto collettivo quale l’intervento  realizzato a Sant’Antimo nel 1977 dal titolo La notte di Maggio Mellone.

La mostra cerca di sottolineare diversi aspetti umorali e narrativi dei loro percorsi, che nel caso di Cannavacciuolo si manifestano con una sorta di sana ironia, quasi didattica, da osservatore tenero e spietato che cerca di far riflettere lo spettatore attraverso trappole logiche e visive, in quello di Massini con sottili e precise architetture fatte di equilibri, innumerevoli strati di colore, piccole utopie, orientalismi, polittici, recuperi e nostalgie stile impero, intrecci di costellazioni e edonistiche decorazioni.

I rebus visivi, stravaganti ed impertinenti di Cannavacciuolo di opere come Bubbles, Fire Zazazà!, Excelsior, Bored Sea Food vs Barbed Wire Family o Menina do Rio, calor que provoca arrepio fanno così da perfetto controcanto agli spazi onirici e congelati di Massini di dipinti come Barcellonese, Riparo, Dall’alto e fuori o Architettura fatale, deviando entrambi dalla pratica corrente di modernità, tradizione e contemporaneità.

Due pittori dunque – conclude la nota – non marginali, complessi e stratificati, antagonisti involontari della scena contemporanea da cui si distinguono per fitte trame di significati e rimandi, ibridazioni e richiami a culture altre e internazionali e quindi parte di una cultura universale.

 LA SCHEDA

Maurizio Cannavacciuolo (nato a Napoli nel 1954, vive e lavora Roma) a metà degli anni ’70 abbandona gli studi di architettura e avvia la sua attività artistica con la Galleria Lucio Amelio di Napoli. Da sempre concentrato in una ricerca che indaga simboli e immagini del nostro tempo, icone pop annegate in un horror vacui di decori e sovrapposizioni di immagini che annulla ogni iniziale intento narrativo: un approccio essenzialmente ironico caratterizza la sua pittura in cui tuttavia dagli accostamenti d’immagini emergono nuove figurazioni al limite dell’assurdo o del poetico.

Tra le sue mostre personali da segnalare quelle presso il Museum Puri Lukisan, Ubud-Bali nel 1989; la Galleria Gian Enzo Sperone a Roma nel 1993 e nel 1997; Studio Guenzani a Milano nel 1993 e nel 1998; Sperone Westwater a New York nel 1997 e la Fundacion Ludwig de Cuba a La Havana nel 1997; Asprey-Jacques a Londra nel 1999; la Galleria Cardi a Milano nel 2000; il Museo de Arte Contemporaneo Franco Noero a Torino e  Francesca Kaufmann a Milano nel 2001; il Museu da Republica Rio de Janeiro nel 2002; Santiago de Chile e Sprovieri a Londra  nel 2003 (e poi 2006 e nel 2009; l’Isabella Stewart Gardner Museum a Boston nel 2004 e nel 2016; il Baltic Center for Contemporary Art di Gateshead nel 2005; la Galleria Pack e la Galleria Giovanni Bonelli a Milano nel 2019.

Nel 2013 le sue opere figurano ad Art Rio 2013 presso galleria Progetti di Rio de Janeiro, mente nel 2016 è presente alla collettiva Avanscena presso la Fondazione Giorgio Cini a Venezia e nel 2019 è invitato alla XIII Biennale de L’Havana, Matanzas. Ha inoltre esposto in numerosi altri contesti internazionali tra cui Osaka, Londra, Bruxelles, Budapest, Sarajevo, Francoforte. Alcune sue opere sono conservate presso le collezioni della Farnesina e nella Camera dei Deputati a Roma e nella stazione “Cilea – quattro giornate” della metropolitana di Napoli.

Claudio Massini (nato a Napoli nel 1955, vive e lavora a Treviso), frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 1974 aderisce al collettivo napoletano “Humour Power Ambulante” realizzando azioni e interventi di arte sociale nelle periferie campane. Con il collettivo, nel 1975 è selezionato da Enrico Crispolti e partecipa alla Quadriennale di Roma e nel 1976 è invitato alla Biennale di Venezia. Negli anni Ottanta si concentra su sculture di grande formato che catturano l’interesse di Lucio Amelio per il quale espone più volte a Napoli, realizzando inoltre un tableaux vivant: La scuola romana originale nel 1991. Gli anni Novanta segnano il ritorno alla pittura, in cui sviluppa la caratteristica di sovrapporre decine di strati pittorici che oltre a restituire una superficie in rilievo, rendono ricchi di cangiantismi cromatici le sue composizioni decorative.

Del 2003 è la mostra personale Metastorica presso la Galleria Nazionale di Arte moderna di Budapest e lo stesso anno espone all’Institut Matildenhöhe di Darmstadt in occasione del Premio Fabbri. Nel 2007 si tiene una sua personale itinerante dal titolo presso Die Galerie in Frankfurt am Main, la Galleria d’arte Moderna Boca Raton in Florida e la Galleria d’Arte Moderna di Modena. Nel 2009 articola la mostra personale Fili fatali in sette musei civici di Trieste, mentre nel 2018 tiene la mostra Conversazioni con il principe presso il Museo Civico Gaetano Filangieri principe di Satriano.

Tra le mostre collettive si segnalano: Figurative Kunst aus Italien presso il Franfurt am Main Museum, Il gioco della dama presso il Lingotto Art Tech e Un secolo d’arte italiana/Fondazione VAF presso il MART di Rovereto nel 2005. Importanti sono anche la presenza alle mostre Eccentrics presso la Ursule Blikle Stiftung di Kraichtal e Lo scandalo della pittura a Palazzo Sarcinelli a Conegliano nel 2006. Nel 2007 partecipa a Ospiti di Mariano Fortuny presso il Museo Fortuny a Venezia e a Costellazioni (Cannavacciuolo/Jori/ Massini) presso il Complesso monumentale di Santa Cristina a Bologna nel 2009. È del 2010 la mostra Il paesaggio nella pittura contemporanea, Fondazione Magnani Rocca a Parma, e Rewind-Arte a Napoli dal 1980 al 1990, Museo del Novecento-Castel Sant’Elmo, Napoli, nel 2014.

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