A Melezzole e Toscolano si celebra la castagna, la regina del bosco. Feste e degustazioni

MONTI AMERINI – La pianta del castagno intreccia da millenni le sue lunghe radici con quelle della storia dell’uomo. Grazie alla sua maestosità e generosità, nella cultura popolare è considerato un albero della vita, ponte di comunicazione tra i mondi ma anche risorsa fondamentale soprattutto per le antiche popolazioni delle comunità montane. Nel Medioevo, i castagneti fornivano infatti un alimento di base talmente importante che il castagno era conosciuto anche come “albero del pane”, in grado di regalare frutti che entravano a far parte della dieta soprattutto dei lunghi mesi invernali e venivano consumati in vari modi, essiccati, macinati, trasformati in farina per farne pane e altre pietanze nutrienti.

 

Tra fitti boschi di castagno e strade che un tempo erano antichi sentieri percorsi da pastori e viandanti, anche in Umbria ci sono zone dove il legame con questa pianta ed i suoi frutti sono ancora molto forti ed anzi, ne rappresentano proprio il segno distintivo. Sono piccoli paesini incastonati tra i monti Amerini, piccoli scrigni di storia, vicoli stretti, mura fortificate, piazze di pietre silenziose che ogni anno con l’arrivo dell’autunno si animano attraverso le feste dedicate alle castagne. Morre, Melezzole, Toscolano, sono solo alcuni dei paesi in provincia di Terni dove questa tradizione antichissima è più viva che mai ed ogni anno si ripete con rinnovata energia. Qui le feste delle castagne non sono solo un’occasione per celebrare questo frutto ma anche modo per mantenere vivi i borghi e riflettono l’importanza che questo alimento ha avuto per l’economia e la cultura delle comunità locali nel corso dei secoli.

 

 

A Melezzole, frazione di Montecchio, sono due i fine settimana (19 e 20, 26 e 27 ottobre) dedicati alla tradizionale “Fiera della Castagna e dei prodotti tipici della montagna” arrivata quest’anno alla sua 37esima edizione.
Con un cartoccio di caldarroste ed un bicchiere di vino, l’occasione è perfetta per scoprire un borgo pieno di storia, godersi le esibizioni itineranti di cortei storici, band musicali e trampolieri e scoprire di più sulla storia e le caratteristiche di questa particolare qualità di marrone.

“Le castagne di questa zona, un marrone importato fiorentino molto dolce – spiega Claudio Mecarelli, presidente dell’associazione “L’Antica Torre di Melezzole” che si occupa dell’organizzazione della festa – hanno una storia antica che risale al medioevo e al lavoro dei monaci benedettini. All’epoca probabilmente le castagne erano tutte selvatiche ma ugualmente importanti perché fonte di cibo per i maiali. Gli anziani del luogo ricordano che quando andavano nella “foresta”, come viene chiamato il punto in cui ci sono i castagneti di proprietà oggi della Comunanza Agraria, c’erano ancora tutte castagne porcine, ossia selvatiche. Poi ad un certo punto, verso la fine dell’800, primi del 900 sono arrivati dei carbonari della Toscana e hanno cominciato ad innestare i castagni e ad immettere il marrone in queste zone dell’Umbria.  Marrone che, come è stato annunciato durante il convegno che si è svolto sabato 19 ottobre riceverà il marchio di qualità di “marrone umbro”.
Per quanto riguarda l’organizzazione della festa, al di là dell’impegno che dobbiamo impiegare, la soddisfazione più grande è vedere il paese che vive e tutta la comunità coinvolta. Anche quest’anno, oltre alle varie attrazioni, abbiamo organizzato il concorso “la Castagna d’argento” che coinvolge bambini di circa 15 scuole dell’infanzia e materne del comprensorio dell’Orvietano, Montecastrilli e Todi. Un modo per coinvolgere le nuove generazioni e mantenere vive le tradizioni”.

 

 

Nel borgo medievale di Toscolano, frazione di Avigliano Umbro, la raccolta delle castagne non è solo un’attività agricola, ma un particolare momento di aggregazione sociale e culturale: ad ottobre, appena il frutto è pronto tutto il paese si organizza e, con guanti e cesti percorre i boschi per la raccolta. Si va tutti insieme, ognuno secondo le proprie possibilità, si lavora, si beve il caffè insieme durante le pause, si chiacchiera. Poi, per un paio di fine settimana si tirano fuori panche e tavoli, si apparecchia all’aperto se il tempo lo consente e, sempre tutti insieme si mangiano le delizie autunnali, prima fra tutte la famosa zuppa di ceci e castagne, la cui ricetta è custodita e tramandata dalle signore del paese. Il fuoco è acceso, la macchina che cuoce le castagne funziona a pieno ritmo e il profumo riempie l’aria. Anche qui tutti danno una mano, ci sono persone che vengono da fuori ogni anno proprio durante questo mese e si mettono al servizio della comunità, alcuni bambini aiutano a portare a tavola e sparecchiare e si respira un’atmosfera sospesa e fuori dal tempo. “Chi raccoglie le castagne – ci racconta Domenico Feliziani socio del circolo di Toscolano ed esperto conoscitore della storia del borgo – ne tiene una metà per sé mentre il resto viene usato per i pranzi aperti a tutti che servono a finanziare le attività culturali che durante l’anno svolgiamo nel paese. Siamo una piccola comunità molto unita e fiera delle proprie tradizioni e mettiamo tutto il nostro impegno per dare vita al nostro borgo”.

Francesca Verdesca Zain: Una vita vissuta all’insegna della creatività. Giornalista pubblicista, artigiana, danzatrice, lettrice e sognatrice compulsiva, sono amante della natura, della scrittura, dei gatti. Ho una laurea in lingue e letterature straniere.