A Lee Konitz
di Fabio Strinati
Il sole è tramontato:
la luce, abile creatura, s’insinua…
Incanta il cielo un ritorno di note;
chiome gioiscono
e s’intrecciano nel vento
(in quest’epoca che tutto dilania),
sillabe in fermento.
Abbonda nei campi il sole (tace!)
fioco, s’addormenta;
cede un sospiro che nell’ignoto
crea il canto,
mutevole al sonno del respiro.
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Cos’é? Stamattina nella posta di Vivo Umbria trovo questa mail che riporto nelle parti più significative per chi legge:
“Mi chiamo Fabio Strinati e sono un poeta/ artigiano e compositore marchigiano (…). Scrivo questa e-mail per fare (forse ) una richiesta un po’ particolare: inviare a Vivo Umbria, spazio che seguo tra l’altro con moltissimo interesse, un mio breve pensiero poetico dedicato a Lee Konitz, grande compositore e sassofonista statunitense, scomparso qualche giorno fa, a causa del Covid 19. Ho avuto anche la fortuna di conoscerlo personalmente. Se possibile, manderò una mia dedica poetica. Ringrazio infinitamente…” eccetera, eccetera.
Ringrazio Fabio Strinati per la sua poesia. Non ho le competenze critiche per giudicarla appieno ma posso dire che mi ha emozionato pensando alla grandezza di Konitz che peraltro Claudio Bianconi, da esperto da par suo, su queste colonne ha evidenziato dal punto di vista musicale e compositivo.
A me preme, piuttosto, questo sì, evidenziare il fatto che lei ha perfettamente compreso che Vivo Umbria è uno spazio aperto dedicato all’Uomo e al suo pensiero che si rivela in forme d’arte. E di bisogno di dire ed essere.
Pertanto grazie, signor Strinati.