SANTA ANATOLIA DI NARCO – Se in questo periodo di estate afosa tutti noi andiamo a cercare un po’ di fresco e l’ aria salubre fuori dalla citta’, non ci resta altro che andare in Valnerina, esattamente a Gavelli situato a 1152 metri altitudine. Qui, fresco, aria salubre e pace non sono tutto, c’e anche, e sopratutto, per i cultori e appassionati di storia, tante bellezze da scoprire, gustare e ammirare; io vi garantisco, da modesto intenditore, che vale la pena avventurarsi fin quassù. Qui abbiamo Giovanni Di Pietro detto Lo Spagna ad attenderci nella chiesa di San Michele Arcangelo.
Qui sono alcuni dei suoi più singolari capolavori. E’ doveroso, prima di passare alla descrizione dei dipinti, tracciare, tramite notizie tratte da studi di critici e storici dell’ arte, un escursus sul pittore spoletino. Ansano Fabbi, il nostro compagno di viaggio nei comuni della Valnerina, riporta un fondo pagina assai descrittivo ed esaustivo. Il Cavalcaselle e Crowe, che commentando il Vasari, affermano che lo Spagna “e’ la più importante figura tra gli imitatori del Perugino” dopo il Raffaello. Lo Gnoli invece afferma che “lo Spagna buon pittore ma di scarsa originalita’”. Giovanni Di Pietro detto Lo Spagna e’ nato a Spoleto da una famiglia di mercanti arrivata dalla Spagna. Fu allievo del Perugino insieme a Raffaello. Dal Vannucci apprese tutte le qualità artistiche: la serena dolcezza, la pace e la serenità spirituale della pittura umbra. Fu l’allievo che tramando’ più di tutti al rinascimento l’arte del Perugino. Dopo l’ esperienza romana del 1510, guardo’ alle forme raffaellesche. Sposo’ nel 1516 Santina Capoferro ed ebbe la cittadinanza spoletina. Predili’ semplicità di forme, vivezza di colori. Il Fausti attesta che l’artista mori nel 1528 poiché lesse nel registro dei morti “die 9 octobris havemo la morte de Lo Spagna pictore, 4 torce”. Ma veniamo a questo capolavoro dell’artista.
I dipinti sono collocati nella chiesa di San Michele arcangelo e raffigurano le sue storie. L’ interno e’ una galleria d’arte, satura di affreschi sia del maestro che dei suoi allievi. Angeli Rota nei suoi scritti (1920) descrive nel dettaglio i dipinti. Nell’abside tutto affrescato, nella volta, nell’intradosso, sono sei portichetti incorniciati figurano i Santi Agostino, Matteo, con tanto di nomi scritti sotto le immagini in alto in un clipeo lo Spirito Santo, mentre, nel finto pilastro di destra si legge IOHANNE HYSPANO PENTORE M D XVIII. Nella semicalotta dell’ abside tra cherubini e angeli e’ dipinta la Madonna genuflessa, mentre Cristo le va incontro per incoronarla. Tutto attorno Apostoli, Profeti, Santi, Angeli, Sibille.
Nel semitamburo, tra candeliere, a sinistra i Santi Pietro e Paolo a destra l’apparizione di San Michele Arcangelo sul monte Gargano.
Al centro un portico dove e’ figurato l’Arcangelo nell’ atto di pesare due anime con il demonio sotto i suoi piedi. Altri dipinti purtroppo scomparsi, erano effigiati Madonna col Bambino tra i Santi Girolamo e Sebastiano e altri Santi con la scritta: HOC SACELLVM PINGENDVM MANDAVIT ANNO DOMINI MDXXIII.