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A confronto il Salvatore Acheropita del Sancta Sanctorum di Roma con i volti del Cristo a San Pietro in Valle

Il Sancta Sanctorum è il luogo di Roma dove si conserva l’Acheropita, ossia la reliquia più preziosa che il mondo cristiano veneri da secoli in quanto, non dipinta da mano umana, raffigura il volto del SS. Salvatore  più vicino all’originale. E’ dipinta su legno e raffigura il Cristo in trono con la mano destra benedicente e con il ritorno del vangelo nella sinistra. Era già molto venerata già dall’ VIII secolo. Solenne era la festa del 15 agosto con una processione tipica romana. L’Acheropita (nella foto di copertina e qui) sotto il pontificato dei Papi Giovanni X e Alessandro III subì ritocchi e restauri.

L’attuale volto del Salvatore che si ammira in tutto il suo splendore e’ quello riprodotto sopra un tessuto  di seta  applicato all’ originale durante il secondo restauro. Fu Papa Innocenzo III che fece rivestire il dipinto (meno che la testa) con una lastra istoriata di argento dorato. La cappella del Sancta Sanctorum conserva  i 28  gradini del palazzo di Pilato, quelli che Gesù sali e scese diverse volte prima di essere Crocefisso. I gradini, furono portati a Roma da Gerusalemme,  dalla imperatrice Santa Elena nel 326, e  da sempre sono oggetto di fede e devozione da parte dei credenti che, almeno una volta l’anno, percorrono in ginocchio, recitando preghiere e salmi, meditando la passione di Cristo. Indulgenze plenarie vengono elargite ai fedeli nei modi consentiti dalle direttive  ecclesiastiche. Questa breve descrizione della Acheropita, ci avvicina molto ad alcune antiche  immagini del Salvatore che si possono notare in vari edifici di culto sia in Italia che nel Mondo per di più in terra asiatica della Palestina. Dipinti antichissimi del volto Santo di Gesù li abbiamo anche noi in Umbria, in Valnerina l’esempio  ce lo danno alcune immagini del Salvatore negli affreschi presso la chiesa dell’ Abbazia di San Pietro in Valle a Macenano di Ferentillo. Qui abbiamo due dipinti del Salvatore, interessantissimi, soprattutto per l’epoca siamo attorno al prima metà del 1100. Dipinti di scuola romana antecedenti il Cavallini.

Le due immagini del Salvatore sono collocate la prima in una nicchia  per deposito ampolle della messa (nella foto), l’altra è la figura del Cristo, nel ciclo pittorico del nuovo testamento, nella scena dell’ entrata trionfante in Gerusalemme.

I due dipinti sono stati restaurati nell’ ottocento da Giovanni Catena e successivamente negli anni ’80/90. Alcune caratteristiche espressive potrebbero essere state manomesso durante il restauro, consolidamento della superficie,  pulizia del colore da muffe causate da infiltrazioni di umidità. Possiamo dire però che Il volto del Cristo la sua fisionomia e’ chiara e si avvicina molto in ambedue i casi all’ Acheropita.

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