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UniPg, presentato il progetto digitale “Mi curo di te”

PERUGIA – Nella Sala del Dottorato di Palazzo Murena, sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Perugia, è stato presentato “Mi curo di te”, il progetto digitale che consentirà di creare un canale rapido ed efficace di contatto fra i pazienti oncologici in terapia domiciliare e il centro oncologico di riferimento, grazie a una app facilmente utilizzabile, da tablet e smartphone, sia dal paziente che dai suoi familiari.

Roberto Rettori

All’incontro con i giornalisti sono intervenuti Roberto Rettori, Delegato rettorale per il settore Orientamento, Tutorato e Divulgazione scientifica, Vincenzo Nicola Talesa, Direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, i Professori del Dipartimento di Medicina e Chirurgia Fausto Roila, Ordinario di Oncologia Medica e Mario Mandalà, Associato di Oncologia Medica, Maria Francesca Currà, Dirigente medico e Greta Livi, Infermiera Professionale, entrambe in servizio presso la  Struttura Complessa di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria della Misericordia, a Perugia.

Mario Mandalà

Roberto Rettori ha portato il saluto del Magnifico Rettore Maurizio Oliviero, impossibilitato a partecipare, e ha sottolineato come si tratti di un progetto davvero straordinario “del quale l’Università degli Studi di Perugia è orgogliosa perché consentirà di avvicinare i pazienti affetti da una malattia devastante come il cancro ai propri medici curanti, così da farli sentire protetti e sostenuti nei momenti di sconforto, di paura, di dolore che purtroppo accompagnano la malattia.  Si tratta, inoltre – ha aggiunto Rettori – dell’inizio di una collaborazione con l’Oncologia Medica del nostro Ateneo che ci auguriamo possa, in futuro, crescere e svilupparsi, in particolare, nell’ambito del progetto Sharper – La Notte dei Ricercatori 2022, che focalizzerà la propria attenzione su poche tematiche fra cui il cancro”. Il Prof. Rettori ha quindi auspicato la realizzazione di iniziative di divulgazione scientifica alla cittadinanza in collaborazione con i ricercatori dell’Oncologia medica e ha rivolto il suo personale ringraziamento e quello dell’Ateneo a tutti gli operatori sanitari che si occupano giornalmente della ricerca scientifica e assistenza ai pazienti afflitti da questa temuta patologia.

Vincenzo Nicola Talesa

Vincenzo Nicola Talesa ha sottolineato il valore di questa innovativa iniziativa, che viene in aiuto ai pazienti che si trovano a dover sostenere non solo terapie farmacologiche, ma anche, a causa della durezza della malattia oncologica, importanti situazioni di difficoltà psicologiche ed emotive. In quest’ottica, infatti: “Assume crescente rilievo – ha dichiarato il Direttore del Dipartimento Talesa – formare i nostri studenti, ovvero gli operatori sanitari del futuro, all’ascolto continuo del paziente e dei suoi familiari, incrementando la didattica e la ricerca scientifica che sono volte a sviluppare un’etica ed una morale professionale che porti il paziente al centro del processo di terapia e cura”.

Fausto Roila

“Da molti anni – ha quindi spiegato Fausto Roila – l’attenzione degli oncologi medici di Perugia, con un organico costituito da 18 medici di cui 13 donne, è stata rivolta non solo a guarire, quando è possibile, o prolungare la sopravvivenza dei pazienti oncologici, ma anche a trattare i sintomi del tumore e a prevenire o curare gli effetti collaterali delle terapie antitumorali. Negli ultimi 10-15 anni molti studi hanno evidenziato che la registrazione di sintomi soggettivi del paziente, come la nausea, la stanchezza e l’affanno, risulta ampiamente sottostimata dal medico ed attendibile solo quando riportata direttamente dal paziente”. Pertanto, ha rilevato ancora il Prof. Roila, sono stati sviluppati questionari compilati dal paziente stesso sugli effetti collaterali delle terapie antitumorali più frequentemente riferiti e sulla loro intensità. La ricerca ha dimostrato che tali questionari migliorano decisamente la qualità di vita e forse anche la durata della sopravvivenza dei pazienti oncologici. “La piattaforma digitale che oggi viene presentata – ha concluso il Prof. Roila – rappresenta un ulteriore passo in avanti a sostegno dei pazienti e di coloro che appartengono al team di cura in un’ottica di approccio clinico e di ricerca”.

“Il progetto ‘Mi curo di te’ ha tre obiettivi fondamentali – ha sottolineato inoltre Mario Mandalà -: accorciare le distanze tra struttura ospedaliera e malato, personalizzare il monitoraggio del paziente in terapia, trasformare quella che è una fragilità in tempo di pandemia in un’opportunità clinica e in un progetto di ricerca. Il progetto si basa su due criteri fondanti: la centralità del paziente e la tecnologia come sfida programmatica”.  Il background clinico, ha aggiunto Mandalà, è molto solido e si struttura sul “patient reported outcome”, ovvero l’“esito riferito dal paziente”, un termine introdotto dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti (FDA) nel 2000. Il contributo più rilevante di questa espressione risiede nell’introdurre la prospettiva del paziente, misurata mediante una metodologia validata scientificamente, in un ambito dove l’esito delle cure è dominato piuttosto dalla prospettiva del medico. Vi è evidenza solida e riproducibile che i “patient reported outcomes”, rispecchiano in maniera ottimale la tollerabilità al trattamento, la qualità di vita e hanno un impatto sulla sopravvivenza dei pazienti.

Francesca Currà e Greta Livi

La Dirigente medico Maria Francesca Currà ha sottolineato che il progetto è in grado di “dare una risposta rapida e puntuale alle esigenze fisiche, emozionali e psico-sociali del paziente oncologico in trattamento antitumorale che sta nel proprio domicilio. Una piattaforma digitale facilmente utilizzabile da tablet e smartphone sia dal paziente che dai propri familiari, infatti, presenta notevoli vantaggi nell’ ottimizzare il percorso di cura e nel facilitare l’integrazione dei servizi ospedalieri e di quelli territoriali”.

L’interattività della piattaforma, è stato inoltre rilevato, consente di effettuare il monitoraggio dei sintomi più comunemente riferiti dai pazienti mediante la compilazione di un questionario informatizzato,  di accedere a consigli e indicazioni specificatamente stilate per il trattamento a domicilio nel caso in cui vengano rilevati sintomi di grado lieve, di inviare una segnalazione al team medico-infermieristico che cura il paziente al rilevamento di sintomi di grado moderato-severo, di consultare una guida per individuare e riconoscere i disturbi psicologici più comuni (ansia, insonnia, depressione) accedendo ai servizi di pronti soccorso psicologico, di utilizzare un servizio di oncotaxi per raggiungere il day hospital oncologico, di ricevere notifiche di appuntamenti per esami strumentali, visite e terapie,  di condividere i principali documenti clinici relativi alla malattia ed alla strategia di cura del paziente con il medico curante e con la rete di operatori  territoriali ed i servizi di cure palliative.

Il progetto “Mi curo di te” rappresenta, dunque, una vera e propria rivoluzione nell’interazione medico-infermiere-paziente capace di permettere un miglioramento qualitativo dell’assistenza oncologica.

A conclusione Greta Livi, la quale ha sottolineato come la componente infermieristica abbia molto a cuore i bisogni emergenti dei pazienti e sia sempre impegnata a ridurre la distanza fra il paziente stesso e il team di cura, al fine di evitare l’insorgere di tutta una serie di problemi, fra cui il senso di abbandono tipico nel caso di terapie domiciliari, che possono essere molto nocivi per la salute. Il team infermieristico, quindi – ha sottolineato la Dott.ssa Livi – anche grazie al nuovo strumento digitale, svolgerà un ruolo di interfaccia attiva e professionalmente competente fra il paziente e i medici, nell’operare, fra l’altro, una prima valutazione dei sintomi, nel fornire suggerimenti o attivare l’intervento dell’équipe medica.

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