PERUGIA – Ramberto Ciammarughi sarà alla Rocca del Leone di Castiglione del Lago il 28 luglio per Moon in Tour insieme ad Eugenio Allegri per una Lauda francescana. Ne parliamo con lui, ma anche di altre facezie, in questa brevissima intervista.
Pare che l’ultima moda dei miliardari americani sia quella di pagarsi viaggi in orbita e in prospettiva interplanetari. Tu sulla Terra hai sperimentato un po’ di tutto dal punto di vista musicale. Ti manca la Luna o Marte?
“Chi fa la musica per un’intera vita, sa bene che Marte e la Luna non si raggiungeranno mai. Quindi ci sarà sempre un luogo altro che l’artista dovrà raggiungere anche alla fine della sua carriera. E’ il senso, il significato profondo di quel tipo di artista che non smette mai di cercare e di sperimentare”.
Lo scorso anno con Paolo Fresu per un concerto che molti hanno definito straordinario. Quest’anno torni a Moon in June, meglio Moon in Tour, al quale da sempre, sin dai tempi dello stretto legame con Sergio Piazzoli, sei legato. Cosa riserverai quest’anno al pubblico?
“Questa volta non si tratta di una novità assoluta. “Una lauda per Frate Francesco”, uno spettacolo che faccio insieme a Eugenio Allegri, grandissimo attore, con il quale attraverso questa lauda non ci stanchiamo mai di sperimentare sempre nuove e ricche relazioni nel rapporto tra la parola e la musica”.
La ripresa è lenta e piena di insidie come le minacce delle varianti. Forse veramente – potendo -, come musicista, sarebbe il caso di cambiare pianeta?
“La tentazione è quella. Bisogna dire rispondendo alla provocazione surreale del giornalista, che il cambiamento del pianeta un artista lo deve trovare dentro di sé. Probabilmente dobbiamo trovare una risorsa dentro di noi, fuori mi sembra difficile nuotare contro una corrente inarrestabile”.