PERUGIA – Non glielo spieghi ai giovani. Per questo sono scesi oggi in piazza a Perugia in faccia ai governanti. E’ la “categoria vaccinanda” che ha già rinunciato a un pezzo di vita ammutolita da una mascherina e impaurita da un virus che aveva immaginato recluso solo a improbabili fotogrammi di film americani catastrofisti. Non sviamo l’argomento con i no vax. Vero, il vax non lo hanno richiesto tutti, i nostri giovano umbri, comunque meno di quelli che avremmo sperato. E allora facciamo di tutto per coinvolgerli, informarli, chiamarli. Anche perché, a dire il vero, lo hanno richiesto in tanti il mese scorso mettendosi in coda e non ricevendo però l’sms sperato. Ora questa nostra gioventù si guarda smarrita, scocciata, esasperata in cerca di risposte urgenti visti gli orizzonti incerti. E allora: si sa che chi ha avuto la doppia dose è pressoché salvo, chi ha avuto la prima dose potrebbe star male ma non temere per la propria vita. Chi non è stato vaccinato? Sa perfettamente che la variante Delta circola. Soprattutto tra i giovani. Che si cercano, si trovano, si assembrano. Non si dovrebbe ma sappiamo che questo accade. E’ un altro dato assodato. E allora, riportiamo volentieri le parole dell’assessore regione regionale alla Sanità di Luca Coletto perché dimostrano consapevolezza piena dello stato dell’arte, ma gli chiediamo di non cadere nel solito gioco dello scaricabarile perché se la politica ci ha abituato a tristi teatrini su questioni spesso lontanissime dalle esigenze quotidiane del cittadino, ora richiede assoluta lucidità e ferma decisione nelle soluzioni da adottare perché sarà la politica locale, il referente istituzionale a rispondere direttamente al perugino, al ternano, al folignate, al castellano, allo spoletino, all’orvietano, all’umbro, insomma, del suo operato. Che in questo caso si chiama: vita. E’ questione di vaccini non consegnati, dice Coletto. Allora li chieda, li pretenda, vada a Roma, magari scortato dal generalissimo Figliuolo, e torni con le dosi che i giovani dell’Umbria pretendono di avere. Anche perché si tratta, diciamocelo, di numeri irrisori se paragonati all’italica vastità di cittadini residenti.
Di tutto cuore, assessore Coletto, rendendole il merito di metterci sempre istituzionalmente la faccia, aspettiamo adesso che lei torni vincitore.
VACCINI, UNDER 30 E LE CONSIDERAZIONI DI LUCA COLETTO
“Molti cittadini non sono, loro malgrado, ancora coperti dal vaccino e imporre l’obbligatorietà del green pass per entrare nei locali al chiuso o partecipare ad alcuni eventi, significa penalizzare indirettamente una fascia della popolazione che ha aderito alla vaccinazione ed è ancora in attesa della prima dose. Capisco benissimo i giovani sotto i 30 anni che in questo momento si sentono penalizzati da questa scelta del governo che limita la loro libertà. Il ministro Speranza a monte di questa decisione si sarebbe dovuto adoperare per garantire alle Regioni il giusto quantitativo di vaccino e coprire così tutti coloro che vogliono immunizzarsi contro il Covid e già hanno manifestato l’adesione alla campagna vaccinale. Diversamente significa solo creare ulteriori complicazioni ad una quotidianità che è già molto cambiata a causa della pandemia. Non dobbiamo dimenticare che i nostri giovani non escono solo per divertimento, ma viaggiano per lavoro, per studio e per scambi culturali che non possono essere limitati. Cosi come non può pesare sulle loro tasche la spesa per effettuare spesso il tampone in sostituzione del green pass.
Ringraziamo il generale Figliuolo per aver garantito all’Umbria la consegna di ulteriori 15 mila dosi, ma purtroppo queste non bastano per coprire il fabbisogno e necessariamente alcuni cittadini, perlopiù i ragazzi dai 29 anni in giù, saranno penalizzati da questa nuova scelta del governo. La Regione Umbria ha dato prova di avere grande capacità per la somministrazione dei vaccini e dopo aver messo in sicurezza gli anziani, le persone fragili e gli over 60, potrebbe entro la fine di agosto raggiungere la soglia stabilita per l’immunità di gregge, ma ciò sarà possibile solo se si ha certezza sulla disponibilità dei vaccini”.