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Il parco del Castello Bufalini di San Giustino incoronato tra i più belli d’Italia dal concorso ideato dall’architetto Leandro Mastria

SAN GIUSTINO – Quando si premia è sempre bene sapere chi lo fa, anche per dare il giusto peso al riconoscimento che si riceve. E allora diciamo in premessa che si tratta di un concorso che è stato voluto dall’architetto Leandro Mastria con il patrocinio del MIC, del ministero dell’Ambiente, dell’UNESCO, dell’ACI e con l’adesione del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), e dell’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio).

Questo concorso che si chiama “Il parco più bello” ha decretato che quello di Castello Bufalini di San Giustino è tra i più belli d’Italia nella categoria “Giardini pubblici”.

Veruska Picchiarelli

Giustamente soddisfatta Viva la direttrice Veruska Picchiarelli particolarmente attenta all’integrazione tra arte, ambiente, paesaggio.

 

IL CASTELLO

Castello Bufalini di San Giustino (www.castellobufalini.beniculturali.it) nasce come fortezza militare alla fine del XV. Nella prima metà del Cinquecento subisce una prima trasformazione in palazzo signorile fortificato, con logge eleganti di gusto tardo rinascimentale. L’ampio parco circostante è costituito da un’area boscosa con lecci secolari e da un giardino “all’italiana”. Ridisegnato nel sec. XVII, il giardino si sviluppa nello spazio tra il fossato a pianta stellare e il muro di cinta. Durante l’ultimo decennio del Seicento e i primi del Settecento, con il progetto dell’architetto pittore tifernate Giovanni Ventura Borghesi, il palazzo Bufalini, già centro di una importante fattoria, viene ristrutturato come amena villa di campagna, con il reimpianto del giardino “all’italiana”, irrigato dalle acque del fiume Vertola tramite un condotto sotterraneo. Nel giardino sono presenti varietà di frutti, agrumi con annessa limonaia, una ragnaia, fiori rari, erbe officinali e ortaggi. Spiccano inoltre, per la particolare bellezza, il giardino segreto, il roseto, la galleria vegetale o volta botte di alloro e il grande labirinto impiantato nel 1692. Lo stato attuale dei lavori di restauro permette l’apertura al pubblico del piano terra dell’edificio, della loggia tardorinascimentale al primo piano, della Sala degli Dei nel piano ammezzato del maschio con gli affreschi di Cristofano Gherardi, detto il Doceno (1508-1556) e del giardino “all’italiana”. Il parco è corredato da limonaie e numerose fontane. Il visitatore ha la possibilità di godere di un ambiente conservato in tutte le sue componenti, architettoniche, storico-artistiche, negli arredi, nelle suppellettili e perfino nell’archivio familiare, che fanno del Castello un raro esempio integro di dimora storica.

LA GIURIA

Il comitato scientifico, composto da nomi autorevoli quali Vincenzo Cazzato (presidente, Università del Salento, per anni coordinatore del Comitato ministeriale per lo studio e la conservazione dei giardini storici), Alberta Campitelli (già Dirigente dell’Ufficio Ville e Parchi Storici della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma), Marcello Fagiolo (già Presidente del Comitato nazionale per lo studio e la conservazione dei giardini storici), Ines Romitti (architetto paesaggista AIAPP-IFLA), Luigi Zangheri (già Presidente del Comitato scientifico internazionale per i paesaggi culturali ICOMOS-IFLA), Margherita Azzi Visentini (Politecnico di Milano), ha valutato in base ai parametri previsti dal Regolamento: l’interesse storico-artistico, l’interesse botanico, lo stato di conservazione, il programma di gestione e manutenzione, i servizi, l’accessibilità, le informazioni offerte all’utenza.

 

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