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Il Prog del Terzo Millennio #24: Fufluns, ecco l’ultimo album “Refusés”

A distanza di cinque anni, il primo album “Spaventapasseri” era infatti uscito nel 2016, tornano con un nuovo lavoro i Fufluns.

La band, formatasi nel 2009, era composta da Simone Cecchini, cantante de Il Bacio della Medusa, dal tastierista Alfio Costa, già con Daal e Prowlers, dal bassista Guglielmo Mariotti, prima con i Tapobran ed ora con i The Watch e La Bocca della Verità, e dal batterista Maurizio Di Tollo, in passato con La Maschera di Cera ed Hostsonaten.

Il nome del gruppo deriva dal Dio della vita vegetale, della felicità, del vino, della salute e della crescita nella mitologia etrusca.

Prima dell’incisione dell’esordio discografico la band ha contribuito al `Decameron – Ten Days in 100 Novellas – part 1′ dei Colossus Project nel dicembre 2011.

Successivamente si è registrata l’uscita di Maurizio Di Tollo e si sono aggregati due membri dei Prowlers, il chitarrista Stefano Piazzi ed il batterista Marco Freddi.

Nel marzo del 2016 è stato rilasciato “Spaventapasseri, il debutto della formazione, disco piuttosto variegato, dove si intrecciano prog sinfonico e psichedelia con un piglio cantautorale.

Dopo l’avvicendamento di Stefano Piazzi con Simone Coloretti a breve sarà invece pubblicato “Refusés”; dopo il buon riscontro del precedente album la nuova prova del gruppo sinceramente non mi pare deluda le aspettative.

L’ispirazione, per un disco molto legato al tema sociale degli emarginati che non hanno possibilità di “farsi sentire”, viene dalle 17 sculture di Beppe Corna, i “Refusés” appunto, con abiti simili a camicie di forza, quasi un marchio imposto dalla società; muti ma ostinati.

Ed il gruppo, attraverso le 9 tracce dà loro voce raccontando la realtà che ci circonda.

Si passa dallo sfruttamento dei bambini nelle miniere di diamanti di “Sierra Leone” alla vicenda di Aldo Bianzino, falegname arrestato per il possesso di alcune piante di marijuana e deceduto in carcere di “Martirio d’un falegname”, all’omaggio a fra Claudio Canali del Biglietto per l’Inferno, monaco dopo aver abbandonato la musica passando per il movimento Hare Krishna di “Blu oltremare”, fino ai bambini di Aleppo vittime dei bombardamenti in “Canto dei bambini senza voce”.

Va quindi senz’altro un plauso al gruppo per aver affrontato tali tematiche e a Simone Cecchini, autore di tutte le liriche, cantate con forte personalità.

Dal punto di vista musicale la formazione dimostra un’ottima intesa ed il disco ha rispetto al precedente atmosfere più dure, un po’ meno evidente è l’approccio prog anche se c’è spazio per la melodia.

Mi sono piaciute in particolare “Canto dei bambini senza voce” che ha una coda recitata da Beppe Corna, l’autore delle sculture; “Telefonata a Putin”, “Martirio d’un falegname”, “Canzone per Iris” e “Rosa del deserto”.

Un altro meritevole e convincente lavoro; da ascoltare attentamente.

#stayprog

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